L’esperimento della doppia fenditura, attraverso il
quale la scienza ha potuto elaborare una nuova visione del mondo, descrive come
gli oggetti non esistono più a prescindere da chi li osserva, ma di fatto
appaiono solo ed esclusivamente quando vengono osservati. Senza un’osservazione
non esiste alcun mondo di cui fare esperienza. Questo concetto è ancora oggi
fonte di grandi dibattiti all’interno della comunità scientifica perché è
chiaro che se il mondo non esiste quando non viene osservato, viene da sé arrivare
alla conclusione che è l’Osservazione di fatto a creare il mondo che vediamo.
Per la scienza ufficiale questo va ben oltre ciò che può essere ritenuto
accettabile, perché implicherebbe l’introduzione del concetto di creazione, e
quindi di essere umano come creatore del mondo, che al momento non può trovare
un posto ufficiale all’interno del rigido e ingessato pensiero scientifico.
Tuttavia diversi scienziati si sono dovuti rendere
conto che i formalismi scientifici devono per forza di cose includere la
coscienza.
“Considero
la coscienza fondamentale. Considero la materia come derivata dalla coscienza.
Non possiamo rimanere indietro alla coscienza. Tutto ciò di cui parliamo, tutto
ciò che consideriamo come esistente è una postulazione della coscienza. “-
Max Planck, fisico teorico che ha dato origine alla teoria dei quanti, che gli
è valso il Premio Nobel per la fisica nel 1918.
“Non
era possibile formulare le leggi della meccanica quantistica in un modo
completamente coerente senza riferimento alla coscienza.”
Eugene Wigner, fisico teorico e matematico. Ha ricevuto una parte del Premio
Nobel per la fisica nel 1963.
Il fisico pionieristico Sir James Jeans ha scritto:
“Una
conclusione fondamentale della nuova fisica riconosce anche che l’osservatore
crea la realtà. Come osservatori, siamo personalmente coinvolti nella creazione
della nostra realtà. I fisici sono costretti ad ammettere che l’universo è una
costruzione “mentale”. “Il flusso di conoscenza si sta dirigendo verso una
realtà non meccanica; l’universo comincia a sembrare più un grande pensiero che
una grande macchina.”
Ma cos’è questo osservatore misterioso che esiste
anche dentro di noi?
Ognuno di noi, alle prese con la vita quotidiana,
direbbe che l’unica osservazione possibile è dovuta agli occhi. Tuttavia molte
esperienze spirituali hanno portato una testimonianza che anche senza il corpo
esiste un osservatore, basta che ci sia la mente. Nella fisica attuale la mente
è vista come una risorsa di campo, quindi inevitabilmente l’osservatore
dev’essere una funzione di questo campo. Se pensiamo al concetto di entanglement
correlato al wormhole possiamo intuire come l’osservatore sia il punto finale
dello spazio e quindi l’universo stesso. Lo scorrere dello spazio, lungo le
pareti di un tunnel, verso questo punto crea l’illusione della prospettiva. In
pratica stiamo continuamente osservando le pareti di una sfera prodotta dal
campo di punto zero nella sua continua oscillazione. In questo senso la
creazione dipende dall’osservatore che modifica la modalità di come lo spazio ritorna
al suo centro…..
E tu in che modo stai osservando?
Il buco universale: l'osservatore
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