giovedì 4 marzo 2021

Uniamo i modelli: densità o dimensioni?




La scienza cerca di indagare l’origine della coscienza in maniera sempre più intricata e profonda, tuttavia dalla divisione di linguaggio dei vari modelli informativi nascono diverse incomprensioni. Servirebbe sviluppare la capacità di unire le forze per accorgersi che questi modelli possono integrarsi tra loro offrendo una visione sempre più ampia e completa. Nel mio percorso di indagine l’opera di integrazione è stata non solo uno stimolo di perfezionamento ma anche una riunificazione di linguaggi che si è rivelata utile a chi ha ricevuto i risultati di tali ricerche. Cerchiamo insieme di fare un esercizio di unificazione di linguaggi per rendere semplici alcune delle teorie del momento più belle e forse anche più complesse, che descrivono la coscienza.

·       Un ricercatore italiano, il dott. Nitamo Montecucco, ha dimostrato il coinvolgimento di onde cerebrali a lunga distanza tra due gruppi di meditatori. Due gruppi di meditatori, uno in Toscana e l'altro a Milano, meditavano con l'intenzione di "connettersi" l'uno con l'altro. L'analisi dell'onda cerebrale risultante ha mostrato una sincronizzazione delle onde cerebrali statisticamente significativa tra i due gruppi.

Da questo studio capiamo come la coscienza sia in grado di sintonizzarsi in uno spazio che va al di là del corpo fisico. Entra così in gioco la possibilità che esista una matrice spaziale che connette tutto ciò che esiste.

·         L’esistenza di questa matrice spaziale che connette tutti noi era stata già intuita da un neuroscienziato, il Dr. Jacobo Grinberg, attraverso le sue letture degli encefalogrammi nello studio dei processi di apprendimento, memoria, percezione e biopsicologia.

 

·         Un altro approccio è quello della relatività avanzata, una nuova teoria che deficisce con altri termini e funzioni, questa matrice spaziale. Secondo questa teoria, la coscienza è connessa al processo di spin che fornisce il collegamento tra mente e cervello. Il fondamento epistemologico di questa teoria si trova nel fatto che lo spin è un “qubit” per codificare l’informazione, mentre le membrane neurali e le proteine sono saturate da nuclei dotati di spin e formano la matrice delle attività elettriche cerebrali. Secondo l’approccio suggerito in questa teoria le polarizzazioni dei biofotoni sono gli elementi fondamentali all’origine della coscienza tramite il seguente meccanismo: un fotone del vuoto quantistico 3D ha un corrispondente “fotone pilota” nello spazio 4D di Hilbert; Il fotone pilota 4D, vibrazione dello spazio di Hilbert 4D, possiede una maggior densità di informazione; il fotone pilota 4d risulta contenere 4 combinazioni dei fotoni 3D e questo implica 4 bites di informazione; quando il fotone 3D si muove attraverso il microtubulo cerebrale, può inviare 4 impulsi binari guidati dal fotone pilota 4D; il fotone 3D è l’ultimo elemento nella “catena energetica” dei fotoni pilota negli spazi di Hilbert superiori.

Le onde pilota iperdimensionali incrementano in densità di informazione secondo la seguente formula:
3D – 1 bite
4D – 4 bite
5D – 10 bite
6D – 20 bite
7D – 35 bite
8D – 56 bite
9D - 84 bite

Questo significherebbe che l’incremento di densità di informazione negli spazi dimensionali superiori di Hilbert, in questo modello, segue i numeri tetraedrici. La densità di informazione è correlata con l’intelligenza e significa che la coscienza ha intelligenza infinita. I sensi umani sono tridimensionali e possono percepire solo l’aspetto tridimensionale dell’energia-informazione.

Il primo punto da sottolineare è l’idea della densità d’informazione e di uno campo dove questa strutturazione informativa può svilupparsi. Secondo un’analisi di questa teoria la coscienza è l’energia-informazione primordiale dell’universo, che agendo attraverso la mente nel livello 3D dell’organismo, permette la salute psicofisica. Quando la mente non ha l’appropriato supporto della coscienza, diviene iperattiva e causa un eccessivo flusso di corrente nel sistema nervoso, generando danni. Quindi la relatività avanzata ci spinge a guardare la coscienza come una funzione di spin (il campo che si torce in un’onda a spirale) che è in grado di diventare sempre più complessa a seconda delle informazioni che riesce ad includere. Questo meccanismo possiamo vederlo come una complessità geometrica vibratoria di un campo unificato.

·    Un ulteriore studio sulla coscienza è quello presentato dal Dr. Meijer, professore all’Università di Groningen nei Paesi Bassi, e dal Dr.Geesink , biofisico esperto di nanotecnologia e schermatura elettromagnetica, che li ha condotti ad identificare un nuovo  sistema di scambio di informazioni tra mente e cervello, portandoli a concludere che il sistema vivente e i processi di informazione sottostanti alla coscienza siano basati su un livello molto più profondo e fondamentale dell’Universo


  . Il dr. Meijer nella sua ricerca afferma: “Il nostro cervello non è un organo di processamento dell’informazione “indipendente”, esso agisce come parte centrale del nostro sistema nervoso e scambia informazioni continuamente con l’organismo e il cosmo. In questo studio il cervello è visto come integrato in un” campo olografico” e strutturato in modo da interagire con le strutture sensibili delle cellule del corpo umano. Per poter spiegare risposte ultra-rapide anticipate del cervello e l’operatività efficace del sistema neurale meta-stabile, si propone un campo ricettivo mentale che comunica col cervello. Il nostro sistema nervoso è visto come una rete composta da multi-cavità, che interagisce col suddetto dominio meta-cognitivo: esso integra, tra altri, schemi discreti di frequenze proprie di onde fotoniche/solitoniche, aggiornando costantemente uno spazio di memoria simmetrico nel tempo dell’individuo. La sua organizzazione toroidale, permette l’accoppiamento di energia gravitazionale, oscura e di punto zero (ZPE), così come di energia del campo magnetico terrestre, trasmettendo informazioni nel tessuto cerebrale, necessario al processo di informazione conscia e sub-conscia. Proponiamo che tale campo ricettivo, interagendo con il sistema nervoso, generi l’auto-coscienza e operi da una quarta dimensione spaziale (ipersfera). La sua struttura funzionale è adeguatamente definita dalla geometria del toroide, visto come unità basilare (operatore) dello spazio-tempo. Quest’ultimo è strumentale nel raccogliere lo schema di frequenze solitoniche che fornisce un algoritmo, per i processi coerenti della vita. Si postula che la coscienza nell’intero Universo emerga attraverso accoppiamento invariante di scala e toroidale, di vari campi di energia, che possono includere correzione d’errore quantistico”.

Come abbiamo potuto leggere, le tre diverse teorie, pur se descritte con diversi linguaggi giungono ad una medesima conclusione: si parla sempre di un effetto quantistico di campo che però rende complessa l’interpretazione spaziale creando dimensioni laterali, iperdimensioni, ecc. Nella scrittura del libro “Reiterazione Infinita” questo quesito è stato affrontato con l’uso delle onde di torsione e dei domini del vuoto. Ma ancora una volta siamo davanti allo stesso paradosso, se iniziamo a guardare le cose come definite da Dewey B. Larson, tutto il concetto si semplifica in maniera incredibile ma conserva il suo fascino. Infatti se osserviamo la possibilità di avere 3 dimensioni di spazio e 3 di tempo e una regione atemporale costituita da un campo non soggetto a movimento, possiamo interpretare le teorie suddette nel seguente modo: esiste un dominio materiale dove è presente il cervello umano che potremmo chiamare spazio/tempo ed un dominio dove risiedono gli effetti di coscienza spaziali detto tempo/spazio. I due domini sono coniugati in fase e sono parte di un unico movimento che scambia informazioni con un campo di punto zero. Il modello vibratorio attraverso il quale è possibile processare le informazioni è il tetraedro.

Altra questione da chiarire è la differenza tra densità e dimensione, due concetti spesso confusi. Cerchiamo di capirne la differenza.

Densità: un livello di complessità, solitamente con lo stesso numero di dimensioni.

Le dimensioni sono sempre 3, tuttavia ci sono vari livelli di densità nel campo di punto zero. Poiché lo spazio/tempo interagisce ed è influenzato dal tempo/spazio, cambiando la densità si ottiene un complesso fisico/ mentale/spirituale diverso nel funzionamento. Da qui possiamo capire come differenti livelli di densità sono contemporaneamente in gioco nel campo universale. Da questi luoghi arrivano tutte le varie esperienze “extra-dimensionali” citate. Il bello da capire è che le densità funzionano con un intervallo quantistico di informazioni che richiede un salto vibrazionale per il passaggio tra le densità. Così un uomo è più denso di un animale e la sua matrice mentale è in grado di informare il corpo da una profondità più alta di un animale. Quindi, fino ad arrivare al dominio del vuoto, ci saranno altre densità diverse da quella dell’uomo che, essendo fuori fase rispetto al costrutto del “regno coniugato uomo”, non saranno visibili.




 

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