· Un ricercatore italiano, il dott. Nitamo Montecucco, ha dimostrato il coinvolgimento di onde cerebrali a lunga
distanza tra due gruppi di meditatori. Due gruppi di meditatori, uno in
Toscana e l'altro a Milano, meditavano con l'intenzione di
"connettersi" l'uno con l'altro. L'analisi dell'onda cerebrale
risultante ha mostrato una sincronizzazione delle onde cerebrali
statisticamente significativa tra i due gruppi.
Da questo studio capiamo
come la coscienza sia in grado di sintonizzarsi in uno spazio che va al di là
del corpo fisico. Entra così in gioco la possibilità che esista una matrice
spaziale che connette tutto ciò che esiste.
·
L’esistenza di questa matrice spaziale che
connette tutti noi era stata già intuita da un neuroscienziato, il Dr. Jacobo Grinberg,
attraverso le sue letture degli encefalogrammi nello studio dei processi di
apprendimento, memoria, percezione e biopsicologia.
·
Un altro approccio è quello della
relatività avanzata, una nuova teoria che deficisce con altri termini e
funzioni, questa matrice spaziale. Secondo questa teoria, la coscienza è
connessa al processo di spin che fornisce il collegamento tra mente e cervello.
Il fondamento epistemologico di questa teoria si trova nel fatto che lo spin è
un “qubit” per codificare l’informazione, mentre le membrane neurali e le
proteine sono saturate da nuclei dotati di spin e formano la matrice delle
attività elettriche cerebrali. Secondo l’approccio suggerito in questa teoria
le polarizzazioni dei biofotoni sono gli elementi fondamentali all’origine
della coscienza tramite il seguente meccanismo: un fotone del vuoto quantistico
3D ha un corrispondente “fotone pilota” nello spazio 4D di Hilbert; Il fotone
pilota 4D, vibrazione dello spazio di Hilbert 4D, possiede una maggior densità
di informazione; il fotone pilota 4d risulta contenere 4 combinazioni dei
fotoni 3D e questo implica 4 bites di informazione; quando il fotone 3D si
muove attraverso il microtubulo cerebrale, può inviare 4 impulsi binari guidati
dal fotone pilota 4D; il fotone 3D è l’ultimo elemento nella “catena
energetica” dei fotoni pilota negli spazi di Hilbert superiori.
Le onde pilota
iperdimensionali incrementano in densità di informazione secondo la seguente
formula:
3D – 1 bite
4D – 4 bite
5D – 10 bite
6D – 20 bite
7D – 35 bite
8D – 56 bite
9D - 84 bite
Questo significherebbe
che l’incremento di densità di informazione negli spazi dimensionali superiori
di Hilbert, in questo modello, segue i numeri tetraedrici. La densità di
informazione è correlata con l’intelligenza e significa che la coscienza ha
intelligenza infinita. I sensi umani sono tridimensionali e possono percepire
solo l’aspetto tridimensionale dell’energia-informazione.
Il primo punto da
sottolineare è l’idea della densità d’informazione e di uno campo dove questa
strutturazione informativa può svilupparsi. Secondo un’analisi di questa teoria
la coscienza è l’energia-informazione primordiale dell’universo, che agendo
attraverso la mente nel livello 3D dell’organismo, permette la salute
psicofisica. Quando la mente non ha l’appropriato supporto della coscienza,
diviene iperattiva e causa un eccessivo flusso di corrente nel sistema nervoso,
generando danni. Quindi la relatività avanzata ci spinge a guardare la
coscienza come una funzione di spin (il campo che si torce in un’onda a
spirale) che è in grado di diventare sempre più complessa a seconda delle informazioni
che riesce ad includere. Questo meccanismo possiamo vederlo come una
complessità geometrica vibratoria di un campo unificato.
· Un ulteriore studio sulla coscienza è quello presentato dal Dr. Meijer, professore all’Università di Groningen nei Paesi Bassi, e dal Dr.Geesink , biofisico esperto di nanotecnologia e schermatura elettromagnetica, che li ha condotti ad identificare un nuovo sistema di scambio di informazioni tra mente e cervello, portandoli a concludere che il sistema vivente e i processi di informazione sottostanti alla coscienza siano basati su un livello molto più profondo e fondamentale dell’Universo
. Il dr. Meijer nella sua ricerca
afferma: “Il nostro cervello non è
un organo di processamento dell’informazione “indipendente”, esso agisce come
parte centrale del nostro sistema nervoso e scambia informazioni continuamente
con l’organismo e il cosmo. In questo studio il cervello è visto come integrato
in un” campo olografico” e strutturato in modo da interagire con le strutture
sensibili delle cellule del corpo umano. Per poter spiegare risposte ultra-rapide anticipate del
cervello e l’operatività efficace del sistema neurale meta-stabile, si propone un campo ricettivo
mentale che comunica col cervello. Il nostro sistema nervoso è visto come una
rete composta da multi-cavità, che interagisce col suddetto dominio meta-cognitivo: esso
integra, tra altri, schemi discreti di frequenze proprie di onde fotoniche/solitoniche,
aggiornando costantemente uno spazio di memoria simmetrico nel tempo
dell’individuo. La sua organizzazione toroidale, permette
l’accoppiamento di energia
gravitazionale, oscura e di punto zero (ZPE), così come di energia del
campo magnetico terrestre, trasmettendo informazioni nel tessuto
cerebrale, necessario al processo di informazione conscia e sub-conscia. Proponiamo che tale campo ricettivo, interagendo
con il sistema nervoso, generi l’auto-coscienza e operi da una quarta
dimensione spaziale (ipersfera). La sua struttura funzionale è
adeguatamente definita dalla geometria del toroide, visto come unità basilare
(operatore) dello spazio-tempo. Quest’ultimo è strumentale nel raccogliere lo
schema di frequenze solitoniche che fornisce un algoritmo, per i processi
coerenti della vita. Si postula che la coscienza nell’intero Universo emerga
attraverso accoppiamento invariante di scala e toroidale, di vari campi di
energia, che possono includere correzione d’errore quantistico”.
Come
abbiamo potuto leggere, le tre diverse teorie, pur se descritte con diversi
linguaggi giungono ad una medesima conclusione: si parla sempre di un effetto
quantistico di campo che però rende complessa l’interpretazione spaziale
creando dimensioni laterali, iperdimensioni, ecc. Nella scrittura del libro “Reiterazione Infinita” questo quesito è stato affrontato con l’uso delle onde di torsione e
dei domini del vuoto. Ma ancora una volta siamo davanti allo stesso paradosso,
se iniziamo a guardare le cose come definite da Dewey B. Larson, tutto il
concetto si semplifica in maniera incredibile ma conserva il suo fascino.
Infatti se osserviamo la possibilità di avere 3 dimensioni di spazio e 3 di
tempo e una regione atemporale costituita da un campo non soggetto a movimento,
possiamo interpretare le teorie suddette nel seguente modo: esiste un dominio
materiale dove è presente il cervello umano che potremmo chiamare spazio/tempo
ed un dominio dove risiedono gli effetti di coscienza spaziali detto
tempo/spazio. I due domini sono coniugati in fase e sono parte di un unico
movimento che scambia informazioni con un campo di punto zero. Il modello
vibratorio attraverso il quale è possibile processare le informazioni è il
tetraedro.
Altra
questione da chiarire è la differenza tra densità e dimensione, due concetti
spesso confusi. Cerchiamo di capirne la differenza.
Densità:
un livello di complessità, solitamente con lo stesso numero di dimensioni.
Le
dimensioni sono sempre 3, tuttavia ci sono vari livelli di densità nel campo di
punto zero. Poiché lo spazio/tempo interagisce ed è influenzato dal
tempo/spazio, cambiando la densità si ottiene un complesso fisico/ mentale/spirituale
diverso nel funzionamento. Da qui possiamo capire come differenti livelli di
densità sono contemporaneamente in gioco nel campo universale. Da questi luoghi
arrivano tutte le varie esperienze “extra-dimensionali” citate. Il bello da
capire è che le densità funzionano con un intervallo quantistico di
informazioni che richiede un salto vibrazionale per il passaggio tra le
densità. Così un uomo è più denso di un animale e la sua matrice mentale è in
grado di informare il corpo da una profondità più alta di un animale. Quindi,
fino ad arrivare al dominio del vuoto, ci saranno altre densità diverse da
quella dell’uomo che, essendo fuori fase rispetto al costrutto del “regno
coniugato uomo”, non saranno visibili.
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