venerdì 17 marzo 2023

Intervista sui campi morfogenetici

Lunedi 27 marzo alle ore 21.00, sarò intervistato sul canale youtube di Impronte verticali , sul tema "campo morfogenetico".



                       



Rupert Sheldrake, biologo e saggista britannico, nei suoi scritti: A New Science of Life (1981) e The Presence of the Past (1988), elabora la teoria dei campi morfogenetici. Negli esperimenti che illustra e che invita a sperimentare personalmente, Sheldrake si pone il problema di prevedere il comportamento di un sistema sulla base dei comportamenti dei suoi singoli elementi e si chiede: come fanno a sapere gli uccelli migratori dove andare? Come fanno i piccioni viaggiatori a ritornare esattamente al punto in cui sono partiti avendo volato per centinaia di kilometri? Perché capita, a chi ha perso un arto di avere ancora la percezione della sua esistenza e spesso anche la sensazione di dolore legata a quell’arto, che in realtà non esiste più? Continuando poi con l’osservazione della formazione dei cristalli, della formazione di cellule diverse a partire da un’unica cellula e da un unico DNA, Sheldrake individua la presenza di un “campo morfico” responsabile dell’organizzazione della struttura e della forma del sistema, che ha una sua memoria, determinata dal contributo di ciascun membro.

Sheldrake postula quindi che la determinazione di una struttura dipende da un campo esterno di influenza associato al processo di formazione della struttura stessa. Questo cosiddetto campo morfogenetico porta con sé il “programma”, per così dire, del processo di formazione. E’ un campo a cui tutti sono collegati e con il quale tutti entrano in relazione (risonanza morfica), è una sorta di coscienza collettiva, un’unica coscienza fatta dalla coscienza di tutti gli individui. Questo campo contiene tutte le informazioni relative ad una determinata specie. Ogni individuo facente parte di una specie, attinge alla memoria collettiva della specie e si sintonizza con i suoi membri passati, a sua volta contribuendo all’ulteriore sviluppo della specie stessa. La teoria della risonanza morfica quindi spiega le cause formative dell’evoluzione, dello sviluppo embrionale ma anche dei pensieri, dei comportamenti e persino di vari fenomeni metafisici. I pensieri quindi esistono come idee all’interno del campo morfogenetico, e uno specifico programma di pensieri è un comportamento all’interno del campo morfogenetico, dunque i comportamenti sono strutture morfiche di pensiero

a un livello di nidificazione superiore. Analogamente, anche i ricordi sono prodotti dallo stesso tipo di pattern quadridimensionali di attività elettrica. I pattern specifici dell’attività neurale si sintonizzano su distinti campi morfici contenenti informazioni che producono le immagini corrispondenti ad un evento passato. Ciò significa che i ricordi in realtà non sono registrati da nessuna parte nel cervello, come tendenzialmente pensiamo, piuttosto, ogni volta vengono creati da zero nel momento presente attingendo a questi campi morfici.

L’analisi di Sheldrake della morfogenesi quindi, non si limita a spiegare l’esistenza del campo morfogenetico bensì include il meccanismo attraverso cui una struttura biologica parzialmente formata si collega al campo morfogenetico di una specie, che poi guida la crescita del resto della forma, come se l’informazione acquisita da un gruppo di esseri, in qualche modo, si fosse trasferita automaticamente anche agli altri esseri appartenenti alla stessa specie. Questo fenomeno si verifica sempre quando si raggiunge una certa soglia di individui (massa critica) che hanno acquisito quelle nuove informazioni e adottato il nuovo comportamento. Il Campo Morfico è quindi collegato al nostro inconscio individuale, come pure ciascuno di noi è collegato al Campo Morfico della propria famiglia d’origine, del proprio territorio, della propria identità nazionale, della specie umana e del pianeta. Esiste quindi un campo di ricordi, ricco di informazioni mnemonico/storiche, frutto di eventi vissuti, di credenze, di scelte di vita dei nostri antenati che possono aver condizionato, o continuano a condizionare, la nostra stessa esistenza: ogni volta che entriamo in relazione con altre persone, o che prendiamo decisioni, o compiamo delle scelte, le informazioni presenti nel nostro campo, come delle vere e proprie istruzioni comportamentali ereditate, condizionano il nostro agire in base alla risonanza morfica. Ma poiché non esiste il determinismo, cioè non siamo schiavi di ciò che abbiamo ereditato ma esiste l’ambiente che influenza ogni processo biologico e la mente è il campo più potente, noi possiamo prendere una decisione nel qui e ora, una decisione vissuta non solo mentalmente, ma anche energeticamente, e così evolvere indipendentemente dal nostro passato e dalle nostre eredità! Se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico cambia, e la risonanza morfica, come una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie.

Le costellazioni familiari diventano quindi uno strumento per prendere consapevolezza di questa “memoria familiare collettiva” e modificarla. Nelle Costellazioni Familiari avviene che la persona su cui si lavora, mettendosi al centro dell’attenzione del gruppo, apre il suo campo morfogenetico all’interpretazione delle persone che agiscono come rappresentanti. Questi ultimi percepiscono in modo sottile le informazioni stratificate nell’inconscio familiare: agiscono spontaneamente, ma sono mossi dalle istruzioni presenti nel campo morfogenetico, che realmente e concretamente (ovvero fenomenologicamente) “dà forma” a una rappresentazione.

La fisica può spiegare l'Effetto Mandela?

  Per spiegare l’effetto Mandela si sono scomodate varie discipline, dalla biologia, alla fisica, alla psicologia. Ma andiamo per gradi. C...