Relazioni geometriche dal macrocosmo al microcosmo

Buckminster Fuller, durante la sua ricerca per comprendere il
"sistema di coordinate della natura", che infine ha chiamato
Synergetics, ha osservato che quelle che chiamiamo forme
geometriche sono in realtà solo "eventi energetici" che si
articolano geometricamente come vettori di energia ed entrano
in coerenza risonante. La disposizione di vertici (punti di
incrocio) che definisce le forme strutturali che conosciamo è
adottata per facilitare la percezione di tutte le forme, viste come
strutturali-geometriche, flussi toroidali o schemi di campo, come
interazione tra eventi energetici in un mezzo. Tutte le interazioni
energetiche che creano forme geometriche (che siano o meno
davvero strutturali), possono essere viste come sistemi di
tensione dinamica, eventi energetici multipli tenuti in relazione
risonante dall'attrazione elettromagnetica che hanno tra loro e
che crea una integrità tensionale della forma, chiamata
tensegrità.
La tensegrità risulta essere la dinamica energetica fondamentale
che lega gli atomi in molecole, le molecole in materia e sta alla
base delle strutture delle membrane, dei sistemi muscoloscheletrici
di umani ed animali, delle dinamiche gravitazionali
celesti e molto altro. Questa interrelazione simmetrica è
indicativa dell'apparente natura incorporante del cosmo frattaleolografico.
La relazione del rapporto Phi che si trova in queste
forme gioca un ruolo onnipresente nel cambio di scala frattale
della natura dello spaziotempo, nelle sue espressioni primarie
della struttura, del flusso e dello schema di campo.
Il Vector Equilibrium trovato da Fuller è la disposizione
energetica e geometrica primaria nel cosmo, più
appropriatamente detto "sistema" e non “struttura”, in quanto
possiede facce quadrate instabili e quindi non-strutturali.
In pratica Fuller ci sta dicendo che le energie presenti nel cosmo
si organizzano secondo vettori e distanze geometriche
preferenziali inquadrate in un campo di sistema organizzato
geometricamente.
L'aspetto fondamentale del VE da capire è che, essendo una
geometria dell'equilibrio assoluto in cui tutta la fluttuazione (e
quindi il differenziale) cessa, è concettualmente la geometria di
quello che viene chiamato campo di punto-zero o campo
unificato, detto anche "vuoto" dello spazio. Perché per qualsiasi
cosa si manifesti nell'universo, sia fisicamente (energia) che
metafisicamente (coscienza), è necessaria una fluttuazione nel
campo unificato, grazie alla quale si manifestano i campi
quantistici e dello spaziotempo, osservabili e misurabili. Prima
di questa fluttuazione, il campo unificato esiste come puro
potenziale e, secondo la teoria fisica contemporanea, esso
contiene un'infinita quantità di energia.
Essendo una geometria con vettori identici e identici angoli di
60°, è possibile estenderne la disposizione in equilibrio
all'infinito verso l'esterno dal punto centrale del VE, producendo
la cosiddetta Matrice di Vettori Isotropica (IVM). Isotropica
significa "sempre la stessa", Vettore significa "linea di energia" e
Matrice significa "schema di linee d'energia". È questa matrice
di vettori isotropica che può essere vista come geometria
infinitamente presente in tutte le scale e in perfetto equilibrio del
campo unificato di punto zero. Ogni punto in questa matrice è
un potenziale punto centrale di un VE, attorno al quale può
nascere una condizione di fluttuazione dinamica e geometrica
che comporta una manifestazione a diversa densità di qualsiasi
fenomeno o oggetto naturale.
Altro modo per derivare la geometria del VE, è usare 13 sfere
dello stesso diametro. Usando una sfera come punto centrale, si
possono assemblare dodici sfere attorno a questa sfera "nucleo".
Dato che il diametro è lo stesso per tutte le sfere, i centri di
ognuna di esse saranno equidistanti da quelli vicini, incluso
quello centrale. Le linee che connettono i loro centri sono i
vettori del VE. Dato che è un gruppo di 12 sfere attorno a una
centrale, ci si può riferire alla geometria del VE come a un
sistema 12-attorno-a-1.
Quindi è da tener presente questo sistema quando si esaminano
le relazioni cosmometriche dei sistemi in base 12, come la scala
musicale a 12 toni, lo zodiaco astrologico e i settori delle
occupazioni umane.
Il vettore equilibrio studiato da Fuller possiede l'abilità di
"collassare" all'interno, tirando verso il suo centro dodici punti
esterni, simmetricamente.
Nel farlo passa dal suo stato di equilibrio perfetto (fase zero) a
uno spin dinamico che può contrarlo in direzione oraria ed
antioraria. Quando contratto ed espanso alternativamente nelle
due direzioni, esibisce un "pompaggio" dinamico che Fuller
chiamava jitterbug. È grazie a questo movimento jitterbug del
VE, che l'intero universo si manifesta e che le cinque forme
platoniche nascono come fondamenta di tutta la geometria
strutturale nel cosmo.
Il campo unificato possiede un potenziale energetico e creativo
infinito. Questo potenziale non viene sfruttato finché non viene
introdotto un impulso che sposta l'equilibrio del vettore
isotropico della matrice. Quando ciò avviene il campo collassa,
e una piccolissima quantità dell'infinita energia del campo entra
in una dinamica polarizzata di rotazione, differenziale, forma e
moto.
Un evento energetico locale è emerso dall'altrimenti invisibile e
non-misurabile campo unificato (un evento energetico locale
come un fotone, un elettrone, un protone e di complessità
superiore, fino alla scala macroscopica dei gruppi galattici). Una
volta nato l'evento energetico locale, si crea una tensione
dinamica tra il suo centro (il suo "centro gravitazionale" locale)
e quelli in prossimità, quando la forza contrattiva del campo
collassato "tira" il campo circostante e il centro di ogni evento
cerca di tirare gli altri verso di sé. Quando nasce un sistema
stabilizzato di tali punti, si crea una forma di "tensegrità"
geometrica ed energetica.
Le contrazioni jitterbug del vettore equilibrio come mostrato da
Fuller darebbero così origine a tutte le forme geometriche
platoniche presenti nel cosmo (massa, momento angolare, spin,
carica, ecc.).
Nel ruotare verso l'interno, il moto jitterbug del VE crea un
differenziale di densità energetica (pressione, carica
elettromagnetica), che mette in moto un flusso a doppio vortice
che crea la forma di un toroide. Il pompaggio del jitterbug
sostiene questa forma toroidale in uno scambio ritmico e
bilanciato di energia che fluisce attraverso il sistema manifesto.
Da una prospettiva frattale-olografica è questa dinamica
fondamentale che agisce in ogni scala, prima espressa come
fotoni, quindi particelle subatomiche che poi si aggregano in
gruppi di atomi, che formano composti e poi cristalli, minerali,
cellule e organi e interi organismi come alberi, animali, uomini,
ecosistemi, atmosfere, pianeti, stelle e galassie. A ogni scala la
dinamica del flusso toroidale è attiva finché è mantenuta la
coerenza dell'energia manifesta. Una volta persa la coerenza
(con l'energia dissipata o a causa di fattori interni ed esterni), la
forma toroidale non sarà più stabile e tornerà in uno stato di
equilibrio dinamico. Un buon esempio è l'apparizione e la
scomparsa di vortici in un flusso d'acqua.
Un “toro” è costituito da un asse centrale con un vortice a
entrambe le estremità e un campo coerente circostante. La più
semplice descrizione della sua forma generale è quella di una
ciambella: ad esempio, un anello di fumo in aria o un anello di
bolla in acqua sono entrambi a forma di ciambella. Oppure una
mela o un'arancia, che sono entrambe delle forme toro, sono più
apertamente sferica. Piante e alberi mostrano lo stesso processo
di flusso di energia, ma presentano una grande varietà di forme e
dimensioni. Uragani, tornado, campi magnetici intorno pianeti e
stelle, intere stelle e galassie, sono tutti sistemi energetici
toroidali. Estendendo questa osservazione della presenza
costante di questo modulo flusso nel regno quantico, si può
ipotizzare che strutture e sistemi atomici siano fatti dello stesso
modulo dinamico.
Il dr. Buckminster Fuller ha creato le basi teoriche che preparano
la via per combinare 60 differenti atomi di carbonio insieme,
formando ciò che sembra una palla da calcio. Viene chiamato
Carbon-60 o “Fullerene”.
Un gruppo di scienziati ha fatto un esperimento in cui hanno
sparato il “fullerene” contro un muro come un proiettile. Hanno
quindi messo due fessure verticali ai lati del bersaglio sul muro
dove il proiettile doveva colpire. Il fullerene ha colpito il muro
ed è stato misurato che è passato in entrambe le fessure allo
stesso tempo, come un’onda.
Quando l’onda è passata attraverso le fessure, il fullerene si è
auto-ricostruito nella forma originale. Questo è stato fatto coi
fullereni carbonio-60 e carbonio-70; più atomi di carbonio
aggiungiamo, più la “palla” cresce. Una passaggio di fase
tramite il meccanismo jitterbug è un ottima spiegazione a questo
comportamento.
David Hudson ha semplicemente scaldato un microcluster
(agglomerati di atomi) di iridio a 800 gradi celsius producendo
un effetto di transazione similare, dove i clusters si risvoltano.
Quando accade, il microcluster di iridio diviene invisibile e
perde tutto il peso su scala Hudson. Raffreddiamo lo spazio
dove si trovava il microcluster e la massa ritorna. La
temperatura è vibrazione: i microcluster sono talmente armonici
che, solo scaldandoli oltre un certo punto, la pressione si alza e
li risvolta dentro/fuori.
David Hudson, nei tardi anni ’70 scoprì una sostanza che
avrebbe finito per trasformare i microcluster in una miniera
d’oro nelle sue mani. Hudson spese parecchi milioni di dollari
per analizzare e testare in diversi modi queste sostanze
misteriose, e nel 1989 giunse a brevettare la sua scoperta dei
microcluster chiamandoli Orme.
Secondo Hudson nell’acqua di mare si troverebbe una varietà
sconfinata di tutti i metalli che formano i microcluster sopra
menzionati. In maniera ancor più sorprendente, Hudson afferma
che questi elementi potrebbero essere presenti sulla Terra allo
stato di microcluster in quantità di più di 10.000 volte superiore
che non nella loro comune forma metallica. La ricerca di
Hudson dimostra che questi microcluster di metalli si trovano in
molti sistemi biologici diversi, comprese molte varietà di
vegetali, e che essi possono arrivare a costituire fino al 5% in
peso di materia cerebrale di un vitello. Inoltre, tali microcluster
agiscono come superconduttori a temperatura ambiente,
possiedono qualità superfluide e levitano in presenza di campi
magnetici, dal momento che nessuna forza magnetica è in grado
di penetrare attraverso i loro gusci esterni.
Per entrare a fondo in questi concetti bisogna capire che la
geometria è una forma di vibrazione di un fluido.
In fisica l'effetto tunnel, sperimentato nella liberazione di un
atomo attraverso una barriera arbitrariamente alta di energia
potenziale, è stato sempre fonte di discussione, ma
comprendendo le misure che la sezione aurea dà a una qualsiasi
onda di campo è facile intuire come tutto sia strutturato in tunnel
e che tali tunnel possono accelerare, cambiando
conseguentemente la densità della materia contenuta.
Consideriamo innanzitutto una corda legata a entrambe le
estremità di lunghezza L. Se pizzichiamo questa corda essa
vibra creando onde stazionarie, cioè onde che non si muovono
avanti e indietro attraverso la corda ma rimangono stabili in un
posto. In particolare i punti della corda che rimangono fermi
sono detti nodi, mentre i punti di massima ampiezza dell’onda
sono detti antinodi. I nodi che si formano in ogni tipo di onda
stazionaria saranno sempre distanziati uniformemente l’uno
dall’altro, e la velocità della vibrazione determinerà quanti nodi
si formeranno.
In due dimensioni usando un oscilloscopio per far vibrare un
"piatto di Chladni" si osserverà come i nodi formano figure
geometriche come il quadrato, il triangolo e l’esagono. Questo
esperimento è stato ripetuto molte volte dai Dr. Hans Jenny,
Gerald Hawkins e altri. Gerald Hawkins è stato il primo a
stabilire matematicamente che tali forme geometriche inscritte
nei cerchi fossero proprio relazioni musicali.
Gli allievi di Buckminster Fuller e del suo prediletto prof. Hans
Jenny hanno escogitato esperimenti ingegnosi per mezzo dei
quali mostrare come i solidi platonici si formino all’interno di
una sfera vibrante/pulsante.
Nell’esperimento condotto dagli studenti di Fuller, un palloncino
sferico viene immerso nella tintura e fatto pulsare con frequenze
sonore pure, conosciute come rapporti sonori “diatonici”. Un
piccolo numero di nodi equidistanti si formano sulla superficie
della sfera, così come le sottili linee che li connettono l’uno
all’altro. Se appaiono quattro nodi equidistanti, vedremo un
tetraedro. Sei nodi equidistanti formano un ottaedro. Otto nodi
equidistanti formano un cubo. Venti nodi equidistanti formano
un dodecaedro, e dodici nodi equidistanti formano un icosaedro.
Le linee rette che vediamo su questi oggetti geometrici
rappresentano semplicemente la tensione creata dalla “distanza
più breve tra due punti” nel momento in cui ognuno dei nodi si
distribuisce sull’intera superficie della sfera.
Ora la natura sembra appoggiarsi a un modello ricorrente per
l'evoluzione della vita in tutte le scale; il toroide, un vortice di
energia a forma di ciambella, è una superficie continua con un
foro. L'energia fluisce da una estremità, circola attorno al centro
e fuoriesce dall'altra parte. Questo schema è presente negli
atomi, nelle cellule, nei semi, nei fiori, negli alberi, negli
animali, negli umani, negli uragani, nei pianeti, nelle stelle, nelle
galassie e persino nell'intero cosmo. Il toroide è il modo in cui la
natura crea e sostiene la vita e può servire come modello della
sostenibilità.
Lo scienziato e filosofo Arthur Young ha spiegato che un toroide
è l'unico modello di energia o dinamica che può auto-sostenersi
ed è fatto della stessa sostanza che lo circonda, come un tornado,
un anello di fumo nell'aria o un vortice nell'acqua. Molte
dinamiche toroidali contengono due toroidi, detti "tori": uno si
muove a spirale verso il polo nord e l'altro in direzione opposta
verso il polo sud. Questo viene anche chiamato "effetto
Coriolis". Esempi sono l'atmosfera sulla Terra e il flusso di
plasma del sole.
Perché lo schema appaia in ogni scala, deve esistere un modo in
cui gli organismi possano crescere mantenendo proporzione tra
le loro parti. Esiste un vortice a spirale in natura a questo scopo:
si chiama spirale phi e può essere vista in qualsiasi cosa prenda
forma, da piccole felci a gigantesche galassie.
Unendo il toroide al vettore equilibrio ideato da Fuller e alle
onde phi emerge una chiara evidenza di come un’energia
pulsante crei forme proporzionali in tutte le strutture.
David Thomson e Jim Bourassa hanno fondato il Quantum
AetherDynamics Institute e stanno sviluppando
indipendentemente un modello eterico che integra meccanica
quantistica, teoria della relatività e teoria delle stringhe. Il
modello descrive la materia come vortice subatomico, un
tornado nell'etere. Lo chiamano Toroidal (A) Aether Unit
(TAU). Quando combinati in configurazioni sferiche formano il
nucleo e i gusci degli elettroni dell'atomo. La Quantum
AetherDynamics dice che l'etere ha proprietà sia meccaniche
che elettromagnetiche. La proprietà meccanica è quella che dà
massa alla materia, è il momento angolare dell'energia eterica
rotante. La massa è semplicemente l'inerzia creata dai vortici
eterici.
Ginzburg asserisce che un oggetto diviene “campo puro” quando
la sua velocità si avvicina a quella della luce. In ogni caso,
risulta piuttosto evidente che ci sono differenti livelli vibratori
dell’etere trovati indipendentemente da scienziati come Mishin,
Aspden, Tesla e Keely. In queste scoperte è sempre più evidente
che la materia è un flusso stabile che emerge dall'etere e si
configura in geometrie platoniche.
Cercando di mettere ordine nel mondo delle particelle che
possiedono interazioni nucleari forti, come i protoni e i neutroni,
chiamate adroni, raggruppandole in base alle loro caratteristiche
e distribuendole su un piano cartesiano con assi scelti in modo
opportuno, emerge un ordine che è manifestazione di simmetrie
profonde della natura. Gell-Mann, ebbe l'idea di classificare gli
adroni usando la loro carica elaborando il modello dell'ottetto
dove tutte le particelle e/o le risonanze appartengono all’ottetto
o ai multipletti che si ottengono combinando tra loro gli ottetti
seguendo regole analoghe a quelle con cui si sommano i
momenti angolari. In pratica quando una struttura atomica viene
frantumata emergono brevi piste di particella con una geometria
particolare rilevate in un'analisi a traccia di vapore. Gell-Man fu
il primo a scoprire un modello unificato che mostrasse come
tutte queste proprietà geometriche differenti fossero correlate, e
lo chiamò Eightfold Way.
Johnson dice che i “quark” vengono rilasciati quando il flusso di
energia eterica del tetraedro all’interno dell’atomo viene
improvvisamente frantumato. Per un breve istante, i frammenti
di energia frantumata che vengono rilasciati continueranno a
fluire con le stesse proprietà geometriche/rotatorie che avevano
quando erano fuse nell’atomo, ma in seguito si dissolveranno
molto velocemente nell’etere.
Secondo il dott. Wolf la struttura fisica delle particelle deriva dal
movimento di onde sferiche. Egli osserva come gli elettroni
siano onde che si estendono all'infinito, mentre gli adroni
esistono in una regione chiusa ad alta densità di onde ad alta
frequenza analoghe alle onde all'interno di un tamburo o una
sfera cava. Egli indica il modello di Gell-Man per accordare le
risonanze dello spazio nucleare nella sua teoria ondulatoria delle
particelle. Da ciò emerge una visione sempre più chiara di come
tutte le manifestazioni siano l'espressione di onde geometriche
vibranti, simile ai concetti della teoria delle stringhe.
Lo studio delle strutture non periodiche nella cristallografia
porta innumerevoli interrogativi e la possibilità di andare oltre le
tre dimensioni conosciute. Nella cristallografia classica un
cristallo è definito come una struttura periodica tridimensionale
di atomi, con periodicità traslazionale lungo i tre assi principali.
È quindi possibile ottenere una struttura cristallina allineando
celle elementari fino al riempimento completo dello spazio. Il
cristallo presenta quindi una distribuzione periodica nello spazio
delle particelle che lo costituiscono, caratterizzata da ordine a
lungo raggio sia traslazionale che di orientazione. Infatti un
cristallo può possedere solo certi tipi di simmetria perché vi è un
limite al numero di modi in cui celle elementari identiche
possono combinarsi a formare un solido. La ripetizione
periodica traslazionale è compatibile solo con assi di rotazione
di ordini uno, due, tre, quattro e sei ed esclude assi di ordine
cinque o superiori a sei.
Il termine “traslazione” significa ruotare un oggetto specifico di
un preciso numero di gradi, così una “traslazione ripetuta”
significa che l’elemento strutturale di base (atomo o gruppi
molecolari di atomi) che forma un cristallo può essere ruotato
allo stesso modo più e più volte per formare lo schema ripetuto.
Il termine tecnico per un accomodamento così regolare è
periodicità, che significa che un cristallo è fatto di una “qualsiasi
unità strutturale di base che si ripete infinitamente in tutte le
direzioni, che riempie tutto lo spazio” al proprio interno.
Quando un fascio di raggi X colpisce un cristallo, questi
vengono diffratti in direzioni specifiche e in base agli angoli e
alle intensità si può ottenere un’immagine con cui è possibile
ricostruire la struttura tridimensionale del cristallo. Il modello di
diffrazione prodotto da un cristallo possiede una simmetria e
questa è in relazione alla simmetria del cristallo stesso.
Nel 1984 D. Schechtman pubblicò un articolo in cui dalla figura
di diffrazione elettronica di una lega di alluminio-manganese
ricavò la struttura di un cristallo con simmetria icosaedrica.
Questo indicava che nel campione erano presenti piani reticolari,
ma la simmetria quinaria mostrata non risultò compatibile con
nessuna delle strutture periodiche tipiche dei cristalli e stava
quindi a significare che non poteva essere un cristallo ordinario.
I quasicristalli hanno una simmetria rotazionale, dove la stessa
unità è ripetuta di continuo, ma con una rotazione angolare. I
quasicristalli sono forme strutturate sia ordinate che non
periodiche. Formano schemi che riempiono tutto lo spazio ma
mancano di simmetria traslazionale. Il termine e il concetto sono
stati introdotti in origine per descrivere una disposizione
specifica osservata in solidi che possono essere definiti in uno
stato intermedio tra il cristallo e il vetro. Producendo la
diffrazione di Bragg, condividono una proprietà con i cristalli,
ma differiscono da questi perché mancano di una struttura che si
ripete.
Nel campo della cristallografia e della fisica dello stato solido, la
scoperta ha prodotto un cambio di paradigma che è una piccola
rivoluzione scientifica. Le proprietà fisiche delle leghe
quasicristalline sono state investigate anche teoricamente
mediante la meccanica quantistica, con particolare interesse
ovviamente nei riguardi del loro comportamento elettrico. Gli
studi, condotti risolvendo l’equazione di Schroedinger applicata
agli elettroni presenti nei solidi fruendo di supercomputer, hanno
messo in evidenza che tali elettroni si muovono al loro interno in
un modo più lento di quanto si verifica in un conduttore. Con
l’avvento dei quasicristalli sono apparsi sia il dodecaedro che
l’icosaedro, insieme ad altre inusuali forme geometriche, che in
qualche modo completano la comparsa di tutti e cinque i solidi
platonici nel mondo molecolare.
Uno dei pochi modi per spiegare ciò è un microcluster. I termini
cluster e micro-cluster sono generalmente utilizzati per
descrivere aggregati di atomi che sono troppo grandi per essere
considerati delle molecole, ma troppo piccoli per essere
assimilati a porzioni di cristalli. Infatti, questi aggregati non
hanno la struttura tipica della materia allo stato massivo. I quasicristalli
non hanno più atomi individuali, ma piuttosto una
struttura che si presenta come se gli atomi si siano fusi insieme
in una unità attraverso l’intero cristallo.
Aspden afferma che i solidi platonici formati nell'etere si
comportano come “cristalli fluidi”, cioè che si possono
comportare come solidi e come liquidi allo stesso tempo.
La fisica di Dan Winter descrive la materia come una
disposizione autosostenuta di vortici implodenti nell'etere.
L'atomo è semplicemente la disposizione geometrica di questi
vortici. Ogni vortice corrisponde a quello che la fisica ufficiale
chiama elettrone. Quando i vortici implodenti sono disposti
secondo i solidi platonici, i gusci degli elettroni, i loro numeri
quantici magnetici e il numero di elettroni nei gusci (2,6,10,14)
emergono naturalmente dalle simmetrie di queste forme
geometriche. Incastriamo i solidi platonici uno nell'altro per
formare frattali e abbiamo un modello di atomo con diversi
elettroni. Gli scienziati russi chiamano questi campi
elettromagnetici implosivi “campi di torsione”.
Queste scoperte stanno sempre più andando verso una visione
dello spaziotempo come un fluido implosivo chiamato etere.
Queste strutture si sviluppano come osservato da Fuller e il
toroide è il flusso di etere all'interno del quale tali strutture
circolano.

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