venerdì 17 marzo 2017

La consapevolezza generata dall'effetto gravità, arrivano conferme.

La mente si comporta come un attrattore, nel processare informazioni usa una connessione frattale per il dettaglio informativo elaborato nel cervello. Il cervello dunque filtra informazioni a diverse densità informative, il sistema ripiegato infatti permette di dettagliare un'informazione in maniera infinita fino alle complessità più astruse. Tuttavia il regolatore di complessità non va inteso come capacità intellettiva, ma come una capacità ad alimentare il dominio del vuoto, centro dell'attrattore. L'informazione diventa il precursore primario per la resistenza elettrica e la capacità di fari attraversare senza sforza, che sono due parametri della coerenza del campo mentale.  Come sappiamo dall'analisi all'EEG il cervello oscilla attraverso diverse lunghezze d'onda, tali lunghezze d'onda possono essere correlate e portate in fase in maniera frattale. Ora una ricerca conferma che il cervello opera in una "dimensione" superiore alla quarta intesa come spazio-tempo, da qui si inizia a sostenere che la gravità quantistica possa essere uno dei principali fattori a generare la consapevolezza. Finalmente stiamo andando verso la giusta direzione. Nei lavori da noi presentati c'è il dettaglio di come questo processo generi l'attenzione, la consapevolezza e anche la beatitudine.







Nessun commento:

Posta un commento

La fisica può spiegare l'Effetto Mandela?

  Per spiegare l’effetto Mandela si sono scomodate varie discipline, dalla biologia, alla fisica, alla psicologia. Ma andiamo per gradi. C...