domenica 28 febbraio 2021

Il segreto dell'informazione: osservati dentro per conoscere il fuori




La realtà è un campo olografico ricco di informazioni. Tali informazioni sono stratificate in diversi livelli rappresentati da forme geometriche. Ognuno di noi, nel vivere la propria vita, raccoglie informazioni da questo campo in maniera unica, tale da produrre una propria forma. Ciononostante esistono forme che questo campo universale assume, che sono l’espressione di quelle informazioni che hanno trovato una forma universalmente condivisibile e perciò sono in grado di coesistere con le altre forme in una condivisione armonica dello spazio. Tali forme universali sono il perfezionamento di un complesso di informazioni: gli archetipi, cioè rappresentano il percorso informativo completo di uno specifico tema, ad esempio: il dolore, l’amore, la libertà, ecc. La differenza tra la forma archetipica e la forma individuale produce uno scarto informativo che appare nella nostra coscienza come immagine di chi crediamo di essere. Fino a quando questo scarto informativo non viene completato la nostra mente sarà impegnata da pensieri, catalizzatori e proiezioni. La risoluzione di tali meccanismi mentali determinerà un aggiustamento della forma individuale fino a combaciare con quella archetipica. Quando la forma individuale sarà identica a quella archetipica, nella nostra mente si produrrà un silenzio consapevole: il nostro sguardo interiore sarà in grado di osservare tutti i lati della forma! Esistono però delle informazioni transitorie cioè dati che non possono essere integrati in una forma, a causa dell’assenza del centro, cioè del riferimento alla nostra interiorità. Quindi ogni volta che processiamo informazioni senza riferirle all’interiorità stiamo in realtà consumando energia vitale.

Come possiamo riconoscere e distinguere le info transitorie da quelle universali?

Le info transitorie sono quelle che non muovono verso il centro della questione, non cercano la loro trascendenza. Queste ci proiettano in realtà apparenti che siamo liberi di poter sperimentare e dettagliare all’infinito ma non ci svelano la soluzione dei nostri paradossi interiori e trattengono la coscienza in una forma transitoria. Le info universali, che sono quelle che valgono per sempre e per tutti, generano gioia (che è una forza del campo unificato) e senso di profonda connessione. Queste permettono di aprire un canale per la transizione della coscienza verso forme sempre più vicine alla fonte della creazione. E’ per questo che insegnamenti del passato sono ancora oggi di grande attualità!

Ad esempio: un’info transitoria può affermare che “il pane è buono!”, un’info universale indaga il significato di “buono”.

Qual è il processo per mettere le informazioni al servizio della nostra evoluzione interiore?

Innanzitutto è necessario comprendere due cose fondamentali:

1 le resistenze interiori che sentiamo ci mostrano la distanza della forma individuale dalla forma archetipica cioè le nostre rigidità;

2 quando aggreghiamo un’identità separata da tutto il resto ci stiamo isolando in una forma;

Nel primo caso, le rigidità chiedono di essere riconosciute e lasciate esprimere affinché possano liberarsi in una nuova forma. Ciò significa che possiamo riconoscere qual è lo schema rigido che abbiamo assunto e poi lasciarlo andare perché costituisce un evidente limite alla nostra vita.

Nel secondo caso, l’eccessivo giudizio su noi stessi o sugli altri, ci fa capire che siamo rinchiusi in una forma isolata e che quindi è il caso di ripensare al nostro ruolo nell’universo e nella creazione.

Quando diventiamo abili nel riconoscere tali meccanismi riusciamo ad indagare le informazioni non più da un punto di vista soggettivo e personale bensì da un punto di vista oggettivo ed impersonale, cioè ci accorgiamo che esiste solo informazione che si muove nello spazio e non un’identità. Noi siamo il centro di questo spazio e come in un imbuto tutte le info sono destinate a confluire in noi. Tuttavia, a causa della forma individuale, alcune info non riescono a raggiungerci fino a quando non rompiamo i confini di questa forma limitata. Ecco perché nella proiezione olografica della coscienza riusciamo a vedere ed ottenere solo quelle informazioni che abbiamo già visto in noi.



 

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