La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dal cervello e in
minima parte dalle ghiandole surrenali. Fa parte delle catecolamine, gruppo di ormoni a
cui appartengono anche l’adrenalina e
la noradrenalina, di
cui la dopamina è il precursore.
È conosciuta come l’ormone dell’euforia, in quanto la sua presenza è legata alla sfera
del piacere e al meccanismo della ricompensa. Tutto ciò che ci dà piacere, come
il cibo, il sesso, ma anche la musica o il consumo di sostanze stupefacenti, è
in grado di suscitare una sensazione di appagamento e di gratificazione,
aumentando i livelli di dopamina.
Questo neurotrasmettitore, però, interviene
anche nella regolazione di altre importantissime funzioni dell’organismo, a
livello del sistema nervoso centrale e periferico. È responsabile del controllo dei muscoli, ma anche
della motivazione personale, del sonno, dell’umore, della memoria
e dell’apprendimento.
Inoltre, si comporta come un ormone impedendo il rilascio di prolattina da
parte delle cellule lattotrope dell’ipofisi. Bassi livelli di questo
neurotrasmettitore possono causare depressione, comportamenti asociali,
isolamento, rabbia e frustrazione. Al contrario, un alto tasso di dopamina in
circolo può essere rischioso perché induce il soggetto a perseguire il proprio
piacere in maniera acritica, sconfinando in comportamenti irrazionali e
autolesionisti o sfociando nella tossicodipendenza.
Gli scienziati della Icahn School of Medicine
di Mount Sinai hanno scoperto un nuovo ruolo per la dopamina chimica del
cervello che è indipendente dalla neurotrasmissione classica. Il nuovo ruolo
sembra essere fondamentale per i cambiamenti nell’espressione genica correlati
all’esposizione cronica o all’abuso di cocaina. Lo studio fornisce la prima
prova di come la dopamina possa avere un impatto diretto sulle anomalie
dell’espressione genica indotta da farmaci e sul conseguente comportamento di
ricaduta. Quindi, hanno scoperto che, la dopamina, oltre ad essere coinvolta
nella trasmissione dei segnali tra i neuroni cerebrali, la si trova legata chimicamente
alle proteine dell’istone (gli istoni sono proteine basiche che costituiscono
la componente strutturale della cromatina del dna), il che determina
l’accensione e lo spegnimento di diversi geni che influenzano le regioni del
cervello coinvolte nella motivazione e nel comportamento premiante.
Queste stesse osservazioni sono state fatte
sulla serotonina, un neurotrasmettitore che regola il senso di autoprotezione e
piacere e l’umore.
Questi risultati rappresentano un enorme
cambiamento nella comprensione di tali sostanze chimiche. Legandosi
all'istone H3, la serotonina e la dopamina possono regolare la trascrizione del
DNA in RNA e, di conseguenza, la sintesi di proteine specifiche da esse. Ciò
trasforma queste molecole delle neuroscienze in doppi agenti, che agiscono
ovviamente come neurotrasmettitori, ma anche come maestri clandestini
dell'epigenetica.
In definitiva, sembra che la dopaminilazione,
non solo il tipico funzionamento della dopamina nel cervello, possa controllare
i comportamenti di dipendenza. Il consumo a lungo termine di qualsiasi
sostanza che genera dipendenza (cibo, stupefacenti, sesso, ecc), modifica i
circuiti neurali nel percorso di ricompensa del cervello, rendendo necessaria
l'assunzione costante di essa, affinché i circuiti funzionino
normalmente. Ciò richiede l'attivazione e la disattivazione di geni
specifici per produrre le proteine per quei cambiamenti, e questo è un
meccanismo epigenetico guidato dalla dopamina che agisce su H3, non un cambiamento
nella sequenza del DNA.
Queste ricerche, se estese ai processi
quantistici del cervello e della coerenza di campo, ci fanno capire che
qualsiasi distorsione mentale sulla conoscenza del sé, se non affrontata, può
comportarsi come fattore di modificazione epigenetica. Ma ciò implica che è
anche vero il contrario! Cioè, se attiviamo un processo di revisione interiore
di tali distorsioni e portiamo il nostro campo in un nuovo stato più armonioso
ed equilibrato, tale variazione sarà registrata come nuova informazione
epigenetica. Applicando quindi le discipline della personalità alla nostra
esistenza possiamo diventare dei veri e propri “programmatori” genetici della
nostra vita!
Dagli studi sul campo derivanti dalla misura
dell’ECG, emerge inoltre che uno stato di coerenza elettrica cioè di “amore
puro” regola e riduce il bisogno di stimolazioni di ricompensa provenienti dall’esterno
predisponendo invece le persone ad un naturale stato di beatitudine interiore.
Questo processo regolerebbe naturalmente la produzione delle molecole di
dopamina senza il bisogno di ricompense esterne: Un’epigenetica della felicità…..!!!
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