L’esperimento
della doppia fenditura è usato, da molti ricercatori, principalmente per spiegare la realtà
quantistica. L’esperimento non gode di una buona
spiegazione tecnica del perché succede, ma andiamo con ordine.
La
fenditura è una fessura posta in un pannello, attraverso il quale viene fatto
passare un flusso di particelle o un’onda, osservando poi il comportamento di tale flusso. Un secondo pannello posto dopo il primo raccoglie
l’informazione su come si accumulano le onde o le particelle una volta
oltrepassata la fenditura. Nel caso della doppia fenditura, le fessure sul
primo pannello sono due, una parallela all’altra. A seconda di ciò che
attraversa il pannello (onda o particella), la distribuzione sul secondo
pannello varia secondo un pattern ben preciso.
Se
si parla di corpuscoli, quel che accade è che le particelle si accumulano sul
secondo pannello disegnando una forma simile alla fessura – o alle due fessure
– da cui sono passate.
Si
può immaginare questo pensando di sparare dei proiettili attraverso una o due fessure.
Il risultato è quello delle immagini sottostanti: la distribuzione segue la
forma delle fessure e non è uniforme, ma presenta punti singoli di impatto
dovuto all’arrivo delle singole particelle sul secondo pannello.
Se
invece a passare attraverso la fessura è un’onda, il secondo pannello mostra
una distribuzione più uniforme ed estesa, in quanto l’onda si propaga a partire
dalla fessura in più direzioni, con intensità diverse. In particolare, se la
fessura è singola, l’impatto dell’onda sul secondo pannello segue una
distribuzione uniforme con un’intensità che è maggiore nell’area corrispondente
alla fessura, e poi si va attenuando man mano che ci si allontana da
quest’area.
Nel
corso del ventesimo secolo, tale esperimento è stato applicato a un’unità di
misura infinitamente più piccola, che rientra nel campo della meccanica
quantistica. Ad essere fatti passare attraverso una o due fessure sono stati fasci
di elettroni o fotoni, particelle infinitamente piccole di cui sono formate la
materia e la luce, con l’obiettivo di verificare se il comportamento della
materia e della luce segue quello dell’onda o quello dei corpuscoli.
Applicando un fascio di tali particelle lungo una fenditura singola, si è
verificata una distribuzione
identica a quella delle particelle, lasciando supporre che le particelle
(anche quelle piccolissime) si comportino appunto da particelle fisiche.
Sparando
invece un fascio di elettroni attraverso la doppia fenditura, si verifica un
fenomeno del tutto nuovo: la distribuzione non è uniforme ma presenta puntini
di concentrazione, come farebbe l’effetto di particelle che arrivano a
destinazione sul secondo pannello; nello stesso tempo, però, la distribuzione
mostra una concentrazione maggiore o minore seguendo il pattern di
distribuzione delle onde, come se le particelle alla fine seguissero una
distribuzione di natura ondulatoria.
In
pratica possiamo sparare singoli elettroni in una singola fenditura ed essi viaggeranno
attraverso la fessura e sembreranno rimanere singoli. Gli scienziati
mainstream dicono che ogni elettrone è una "particella", a questo
punto.
Tuttavia,
se spari singoli elettroni in 2 fenditure, è stato dimostrato che in realtà essi viaggiano attraverso entrambe le fenditure contemporaneamente - e in realtà
colpiscono più di un punto sulla lastra fotografica contemporaneamente!
Nel
corso di un gran numero di prove, si ottengono 3 (o più) linee che appaiono
sulla lastra fotografica, suggerendo uno "schema di interferenza"
simile ad un'onda!
In
conclusione nell’esperimento si è osservato che a seconda dell’osservazione la
luce sembra poter essere onda o particella. Prima di spiegare l’enigma dobbiamo
capire degli effetti quantistici aggiuntivi.
A
metà degli anni '70 Alain Aspect, allora studente di dottorato, propose un
esperimento reale, che si basava sulla rivelazione di due fotoni singoli ma
correlati perché emessi insieme dalla stessa sorgente atomica: due fotoni
viaggiano in direzione opposta l'uno all'altro e vengono "visti" da
due rivelatori distanti dopo aver attraversato due polarizzatori (che ne
analizzano le caratteristiche).
Le
conseguenze dell'esperimento erano destinate ad andare ben oltre la
"semplice" dimostrazione della validità della meccanica quantistica.
Infatti l'esperimento dimostrò il ruolo fondamentale giocato
dall'"entanglement", cioè da una sorta di "intricazione
quantistica" che lega il destino dei due fotoni emessi dallo stesso atomo.
In questo stato "entangled" la misura della polarizzazione di un
fotone consente di dedurre con esattezza informazioni sulla polarizzazione
dell'altro: in altri termini, l'osservazione dello stato di un fotone consente
di "leggere" lo stato del secondo fotone.
Per
prima cosa, si rilasciano i fotoni "accoppiati" in direzioni opposte dal
loro punto di partenza. Li si manda attraverso lo spazio, in modo che
colpiscano due specchi diversi, che sono posizionati a due angoli completamente
diversi.
Le
persone più sane e pensanti si aspetterebbero che ogni fotone si rifletta sullo
specchio con l'angolazione corretta. Pertanto, ogni fotone andrebbe in una
direzione diversa.
Con
sorpresa degli scienziati tradizionali, entrambi i fotoni girano nella stessa direzione angolare mentre
viaggiano, anche se una di quelle particelle deve violare tutte le leggi ovvie
e note della riflessione speculare, per farlo!
Entrambi
questi misteri vengono spiegati quando vediamo che queste `` particelle ''
sono, in realtà, piccoli pacchetti armonici di geometria - e se li allarghi, la
geometria diventerà più grande - e comparabilmente più debole.
Non
dimentichiamo che possono 'allungarsi' abbastanza a lungo, incluso il diametro
dell'intero universo conosciuto!
Molto
semplice, facile da spiegare ... e ancora una volta, gli scienziati
tradizionali non sono ancora arrivati a questo punto nel loro pensiero!
Se
osserviamo come la massa inerziale sia legata alla compressione di onde
stazionarie legate in fase che si strutturano in un campo fluido, capiamo come l’esperimento
della doppia fenditura sia in realtà l’osservazione pratica di questo fenomeno.
Infatti se l’espansione geometrica continua senza interruzione, si vedranno onde
o flusso, se invece un fenomeno di focalizzazione aggiunge energia/luce alla
forma geometrica questa inizierà ad espandersi con molta meno malleabilità
sviluppando un’inerzia che ci farà vedere particelle invece che onde. Dobbiamo pensare che la nostra mente lavora in continuazione con questo campo energetico e ne detta il collasso d'onda a seconda dell'osservazione, che altro non è che un'inerzia alla vibrazione delle onde stazionarie.
Sei il creatore della realtà......
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