Ultimamente ricercatori di istituzioni tra cui Hitachi
Cambridge Laboratory, Paul Scherrer Institute e l'Università del Maryland,
hanno presentato un approccio rivoluzionario per esplorare paradossi temporali
attraverso la lente della meccanica quantistica.
Il protocollo di teletrasporto retrocausale rappresenta
una delle frontiere più affascinanti della fisica quantistica, dove la nozione
classica di causa ed effetto incontra il bizzarro regno quantistico. Attraverso
un'attenta manipolazione dell'entanglement quantistico, i ricercatori hanno
dimostrato teoricamente che potrebbe essere possibile influenzare gli stati
quantistici nel passato, senza violare i principi fondamentali della relatività
o della causalità che governano il nostro universo.
Il protocollo si basa su tecniche convenzionali di
teletrasporto quantistico, che consentono già il trasferimento di stati
quantistici tra posizioni utilizzando l'entanglement e la comunicazione
classica. Tuttavia, questo nuovo approccio porta il teletrasporto quantistico
in territori inesplorati sfruttando le curve chiuse di tipo tempo (CTC),
costrutti teorici che emergono naturalmente dalle equazioni di campo di
Einstein e dalla meccanica quantistica.
Forse la cosa più notevole è che il protocollo
retrocausale suggerisce che l'entanglement quantistico può essere utilizzato
per inviare in modo efficace informazioni sulle impostazioni di misurazione
ottimali "indietro nel tempo", informazioni che normalmente sarebbero
disponibili solo dopo il completamento di un esperimento. Sebbene questo
processo sia probabilistico e non possa essere utilizzato per comunicazioni più
veloci della luce o per inviare oggetti macroscopici nel tempo, dimostra come
la meccanica quantistica continui a sfidare la nostra comprensione
convenzionale della causalità e della freccia del tempo.
Le implicazioni vanno ben oltre la fisica teorica pura.
La capacità di eseguire calcoli quantistici prima ancora che i loro input siano
definiti, come dimostrato nel calcolo quantistico istantaneo probabilistico,
potrebbe rivoluzionare la tecnologia del calcolo quantistico. I recenti
progressi nell'intreccio ibrido multipartito suggeriscono che questi effetti
potrebbero essere realizzabili anche in condizioni rumorose del mondo reale.
Inoltre, alcuni ricercatori, come Stuart Hameroff e Daniel Sheehan , in prima
linea nell'esplorazione della fisica della coscienza, hanno spiegato in
dettaglio come la retrocausalità possa essere parte integrante della
comprensione dei processi informativi senzienti nella materia biologica [19,
20]. I meccanismi quantistici retrocausali possono spiegare certi comportamenti
cerebrali e la verifica sperimentale ausiliaria di tali effetti in generale
supporterà la teoria secondo cui hanno un ruolo significativo nel sistema
biologico.
Mentre continuiamo a sondare i confini tra meccanica
quantistica e relatività, il protocollo di teletrasporto retrocausale funge da
potente promemoria del fatto che il nostro universo è molto più strano e
interconnesso di quanto la fisica classica suggerisca. La natura multi-connessa
dello spaziotempo attraverso l'entanglement quantistico, elegantemente
catturata nella corrispondenza ER=EPR, allude a una realtà più profonda in cui
passato, presente e futuro potrebbero essere più intimamente collegati di
quanto avessimo mai immaginato.
L'implicazione di questo concetto dona la possibilità
di una nuova comprensione sia delle capacità della mente che delle situazioni
che vive.
Infatti, immaginiamo un esperienza vissuta nella vita
con l'impossibilità di conoscere il risultato. Per entrare nell'esperienza è
necessario fare esperienza. Con l'esperienza giunge saggezza, ma spesso si può
tenere ricordo dell'evento causale dell'esperienza come punto d'influenza.
Infatti se è vero che l'accumulo di queste info sta sicuramente influenzando il
nostro presente sottoforma di ricordi emozioni e stati d'animo, non
consideriamo mai il contrario. Infatti non solo il nostro "stato" quantistico
potrebbe influenzare dal futuro ciò che avviene in passato, ma una mente
accuratamente configurata potrebbe avere la capacità di "aggiustare"
l'informazione passata o addirittura guarirla.
Qui il concetto si fa più intricato se in maniera
concettuale cerchiamo di introdurre la teoria di Larson sul tempo spazio nel
legame quantizzato degli stati di coscienza. Infatti ogni persona, accuratamente
addestrata potrebbe navigare mentalmente un intero punto temporale per farne
esperienza senza viverlo fisicamente. Il ruolo dell'immagine e del concetto
acquisirebbero un significato completamente diverso.
La disciplina necessaria a comprendere questo sistema
risiede nella potenzialità di comprensione della mente archetipica. Essendo la
stesura di metadati configurazionali totalmente iscritta nell'iter archetipico
il concetto temporale diverrebbe una modulazione mentale standard per sondare
un iter conoscitivo immaginato.
Le conseguenze di questa abilità sarebbero simili alla
fantascienza, senza parlare della possibilità a livello informatico di poter
inviare avvisi e notizie ad eventi situati in arco temporale passato impedendo
alcuni eventi.... Ops risuona come già sentito.....
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