Synergetics
Buckminster Fuller, durante la sua ricerca per comprendere il "sistema di coordinate della natura", che infine ha chiamato Synergetics, ha osservato che quelle che chiamiamo forme geometriche sono in realtà solo "eventi energetici" che si articolano geometricamente come vettori di energia ed entrano in coerenza risonante. La disposizione di vertici (punti di incrocio) che definisce le forme strutturali che conosciamo è adottata per facilitare la percezione di tutte le forme, viste come strutturali-geometriche, flussi toroidali o schemi di campo, come interazione tra eventi energetici in un mezzo. Tutte le interazioni energetiche che creano forme geometriche (che siano o meno davvero strutturali), possono essere viste come sistemi di tensione dinamica, eventi energetici multipli tenuti in relazione risonante dall'attrazione elettromagnetica che hanno tra loro e che crea una integrità tensionale della forma, chiamata tensegrità.
La tensegrità risulta essere la dinamica
energetica fondamentale che lega gli atomi in molecole, le molecole in materia
e sta alla base delle strutture delle membrane, dei sistemi muscolo-scheletrici
di umani ed animali, delle dinamiche gravitazionali celesti e molto altro.
Questa interrelazione simmetrica è indicativa dell'apparente natura
incorporante del cosmo frattale-olografico. La notevole relazione del rapporto
Phi che si trova in queste forme gioca un ruolo onnipresente nel cambio di
scala frattale della natura dello spaziotempo, nelle sue espressioni primarie
della struttura, del flusso e dello schema di campo.
Il Vector Equilibrium trovato
da Fuller è la disposizione energetica e geometrica primaria nel cosmo, più
appropriatamente detto "sistema" e non “struttura”, in quanto
possiede facce quadrate instabili e quindi non-strutturali. Dato il suo ruolo
primario nelle forme basate su vettori del cosmo.
In pratica Fuller ci sta dicendo che le energie
presenti nel cosmo si organizzano secondo vettori e distanze geometriche
preferenziali inquadrate in un campo di sistema organizzato geometricamente.
L'aspetto fondamentale del VE da capire è che,
essendo una geometria dell'equilibrio assoluto in cui tutta la fluttuazione (e
quindi il differenziale) cessa, è concettualmente la geometria di quello che
viene chiamato campo di punto-zero o campo unificato, detto anche
"vuoto" dello spazio. Perché per qualsiasi cosa si manifesti nell'universo,
sia fisicamente (energia) che metafisicamente (coscienza), è necessaria una
fluttuazione nel campo unificato, grazie alla quale si manifestano i campi
quantistici e dello spaziotempo, osservabili e misurabili. Prima di questa
fluttuazione, il campo unificato esiste come puro potenziale e, secondo la
teoria fisica contemporanea, esso contiene un'infinita quantità di energia.
Essendo una geometria con vettori identici e
identici angoli di 60°, è possibile estenderne la disposizione in equilibrio
all'infinito verso l'esterno dal punto centrale del VE, producendo la
cosiddetta Matrice di Vettori Isotropica (IVM). Isotropica significa
"sempre la stessa", Vettore significa "linea di energia" e
Matrice significa "schema di linee d'energia". È questa matrice di
vettori isotropica che può essere vista come geometria infinitamente presente
in tutte le scale e in perfetto equilibrio del campo unificato di punto zero.
Ogni punto in questa matrice è un potenziale punto centrale di un VE, attorno
al quale può nascere una condizione di fluttuazione dinamica e manifestarsi.
Altro modo per derivare la geometria del VE, è
usare 13 sfere dello stesso diametro. Usando una sfera come punto centrale, si
possono assemblare dodici sfere attorno a questa sfera "nucleo". Dato
che il diametro è lo stesso per tutte le sfere, i centri di ognuna di esse
saranno equidistanti da quelli vicini, incluso quello centrale. Le linee che
connettono i loro centri sono i vettori del VE. Dato che è un gruppo di 12
sfere attorno a una centrale, ci si può riferire alla geometria del VE come a
un sistema 12-attorno-a-1.
Il vettore equilibrio studiato da Fuller
possiede l'abilità di "collassare" all'interno, tirando verso il suo
centro dodici punti esterni, simmetricamente.
Nel farlo passa dal suo stato di equilibrio
perfetto (fase zero) a uno spin dinamico che può contrarlo
in direzione oraria ed antioraria. Quando contratto ed espanso alternativamente
nelle due direzioni, esibisce un "pompaggio" dinamico che Fuller
chiamava jitterbug. È grazie a questo
movimento jitterbug del VE, che
l'intero universo si manifesta e che le cinque forme platoniche nascono come
fondamenta di tutta la geometria strutturale nel cosmo.
Il campo unificato possiede un potenziale
energetico e creativo infinito. Questo potenziale non viene sfruttato finché
non viene introdotto un impulso che sposta l'equilibrio del vettore isotropico
della matrice. Quando ciò avviene il campo collassa, e una piccolissima
quantità dell'infinita energia del campo entra in una dinamica polarizzata di
rotazione, differenziale, forma e moto.
Un evento energetico locale è emerso
dall'altrimenti invisibile e non-misurabile campo unificato (un evento
energetico locale come un fotone, un elettrone, un protone e di complessità superiore,
fino alla scala macroscopica dei gruppi galattici). Una volta nato l'evento
energetico locale, si crea una tensione dinamica tra il suo centro (il suo
"centro gravitazionale" locale) e quelli in prossimità, quando la
forza contrattiva del campo collassato "tira" il campo circostante e
il centro di ogni evento cerca di tirare gli altri verso di sé. Quando nasce un
sistema stabilizzato di tali punti, si crea una forma di "tensegrità"
geometrica ed energetica.
Le contrazioni jitterbug del vettore equilibrio come mostrato da Fuller darebbero
così origine a tutte le forme geometriche platoniche presenti nel cosmo (massa,
momento angolare, spin, carica, ecc.).
Nel ruotare verso l'interno, il moto jitterbug del VE crea un differenziale
di densità energetica (pressione, carica elettromagnetica), che mette in moto
un flusso a doppio vortice che crea la forma di un toroide. Il pompaggio del jitterbug sostiene questa forma
toroidale in uno scambio ritmico e bilanciato di energia che fluisce attraverso
il sistema manifesto. Da una prospettiva frattale-olografica è questa dinamica
fondamentale che agisce in ogni scala, prima espressa come fotoni, quindi
particelle subatomiche che poi si aggregano in gruppi di atomi, che formano
composti e poi cristalli, minerali, cellule e organi e interi organismi come
alberi, animali, uomini, ecosistemi, atmosfere, pianeti, stelle e galassie. A
ogni scala la dinamica del flusso toroidale è attiva finché è mantenuta la
coerenza dell'energia manifesta. Una volta persa la coerenza (con l'energia
dissipata o a causa di fattori interni ed esterni), la forma toroidale non sarà
più stabile e tornerà in uno stato di equilibrio dinamico. Un buon esempio è
l'apparizione e la scomparsa di vortici in un flusso d'acqua.
Un “toro” è costituito da un asse centrale con
un vortice a entrambe le estremità e un campo coerente circostante. La più
semplice descrizione della sua forma generale è quella di una ciambella: ad
esempio, un anello di fumo in aria o un anello di bolla in acqua sono entrambi
a forma di ciambella. Oppure una mela o un'arancia, che sono entrambe delle
forme toro, sono più apertamente sferica. Piante e alberi mostrano lo stesso
processo di flusso di energia, ma presentano una grande varietà di forme e
dimensioni. Uragani, tornado, campi magnetici intorno pianeti e stelle, intere
stelle e galassie, sono tutti sistemi energetici toroidali. Estendendo questa
osservazione della presenza costante di questo modulo flusso nel regno
quantico, si può ipotizzare che strutture e sistemi atomici siano fatti dello
stesso modulo dinamico.
Il dr. Buckminster Fuller ha creato le basi
teoriche che preparano la via per combinare 60 differenti atomi di carbonio
insieme, formando ciò che sembra una palla da calcio. Viene chiamato Carbon-60
o “Fullerene”.
Fullerene
Un gruppo di scienziati ha fatto un esperimento
in cui hanno sparato il “fullerene” contro un muro come un proiettile. Hanno
quindi messo due fessure verticali ai lati del bersaglio sul muro dove il
proiettile doveva colpire. Il fullerene ha colpito il muro ed è stato misurato
che è passato in entrambe le fessure allo stesso tempo, come un’onda. È andata
ancora meglio. Quando l’onda è passata attraverso le fessure, il fullerene si è
auto-ricostruito nella forma originale. Questo è stato fatto coi fullereni carbonio-60
e carbonio-70; più atomi di carbonio aggiungiamo, più la “palla” cresce. Una
passaggio di fase tramite il meccanismo jitterbug
è un ottima spiegazione a questo comportamento.
David Hudson ha semplicemente scaldato un
microcluster di iridio a 800 gradi celsius producendo un effetto di transazione
similare, dove i clusters si risvoltano. Quando accade, il microcluster di
iridio diviene invisibile e perde tutto il peso su scala Hudson. Raffreddiamo
lo spazio dove si trovava il microcluster e la massa ritorna. La temperatura è
vibrazione: i microcluster sono talmente armonici che, solo scaldandoli oltre
un certo punto, la pressione si alza e li risvolta dentro/fuori.
David Hudson, nei tardi anni ’70 scoprì una
sostanza che avrebbe finito per trasformare i microcluster in una miniera d’oro
nelle sue mani. Hudson spese parecchi milioni di dollari per analizzare e
testare in diversi modi queste sostanze misteriose, e nel 1989 giunse a
brevettare la sua scoperta dei microcluster chiamandoli Orme.
Secondo Hudson nell’acqua di mare si troverebbe
una varietà sconfinata di tutti i metalli che formano i microcluster sopra
menzionati. In maniera ancor più sorprendente, Hudson afferma che questi
elementi potrebbero essere presenti sulla Terra allo stato di microcluster in
quantità di più di 10.000 volte superiore che non nella loro comune forma
metallica. La ricerca di Hudson dimostra che questi microcluster di metalli si
trovano in molti sistemi biologici diversi, comprese molte varietà di vegetali,
e che essi possono arrivare a costituire fino al 5% in peso di materia
cerebrale di un vitello. Inoltre, tali microcluster agiscono come
superconduttori a temperatura ambiente, possiedono qualità superfluide e
levitano in presenza di campi magnetici, dal momento che nessuna forza
magnetica è in grado di penetrare attraverso i loro gusci esterni.
Per entrare a fondo in questi concetti bisogna
capire che la geometria è una forma di vibrazione di un fluido.
Effetto tunnel
In fisica l'effetto tunnel, sperimentato nella
liberazione di un atomo attraverso una barriera arbitrariamente alta di energia
potenziale, è stato sempre fonte di discussione, ma comprendendo le misure che
la sezione aurea dà a una qualsiasi onda di campo è facile intuire come tutto
sia strutturato in tunnel e che tali tunnel possono accelerare, cambiando
conseguentemente la densità della materia contenuta.
Consideriamo innanzitutto una corda legata a
entrambe le estremità di lunghezza L. Se pizzichiamo questa corda essa vibra
creando onde stazionarie, cioè onde che non si muovono avanti e indietro
attraverso la corda ma rimangono stabili in un posto. In particolare i punti
della corda che rimangono fermi sono detti nodi, mentre i punti di massima
ampiezza dell’onda sono detti antinodi. I nodi che si formano in ogni tipo di
onda stazionaria saranno sempre distanziati uniformemente l’uno dall’altro, e
la velocità della vibrazione determinerà quanti nodi si formeranno.
In due dimensioni usando un oscilloscopio per
far vibrare un "piatto di Chladni" si osserverà come i nodi formano
figure geometriche come il quadrato, il triangolo e l’esagono. Questo
esperimento è stato ripetuto molte volte dai Dr. Hans Jenny, Gerald Hawkins e
altri. Gerald Hawkins è stato il primo a stabilire matematicamente che tali
forme geometriche inscritte nei cerchi fossero proprio relazioni musicali.
Gli allievi di Buckminster Fuller e del suo
prediletto prof. Hans Jenny hanno escogitato esperimenti ingegnosi per mezzo
dei quali mostrare come i solidi platonici si formino all’interno di una sfera
vibrante/pulsante.
Nell’esperimento condotto dagli studenti di
Fuller, un palloncino sferico viene immerso nella tintura e fatto pulsare con
frequenze sonore pure, conosciute come rapporti sonori “diatonici”. Un piccolo
numero di nodi equidistanti si formano sulla superficie della sfera, così come
le sottili linee che li connettono l’uno all’altro. Se appaiono quattro nodi
equidistanti, vedremo un tetraedro. Sei nodi equidistanti formano un ottaedro.
Otto nodi equidistanti formano un cubo. Venti nodi equidistanti formano un
dodecaedro, e dodici nodi equidistanti formano un icosaedro. Le linee rette che
vediamo su questi oggetti geometrici rappresentano semplicemente la tensione
creata dalla “distanza più breve tra due punti” nel momento in cui ognuno dei
nodi si distribuisce sull’intera superficie della sfera.
Modello toroidale
Ora la natura sembra appoggiarsi a un modello
ricorrente per l'evoluzione della vita in tutte le scale; il toroide, un
vortice di energia a forma di ciambella, è una superficie continua con un foro.
L'energia fluisce da una estremità, circola attorno al centro e fuoriesce
dall'altra parte. Questo schema è presente negli atomi, nelle cellule, nei
semi, nei fiori, negli alberi, negli animali, negli umani, negli uragani, nei
pianeti, nelle stelle, nelle galassie e persino nell'intero cosmo. Il toroide è
il modo in cui la natura crea e sostiene la vita e può servire come modello
della sostenibilità.
Lo scienziato e filosofo Arthur Young ha
spiegato che un toroide è l'unico modello di energia o dinamica che può
auto-sostenersi ed è fatto della stessa sostanza che lo circonda, come un
tornado, un anello di fumo nell'aria o un vortice nell'acqua. Molte dinamiche
toroidali contengono due toroidi, detti "tori": uno si muove a
spirale verso il polo nord e l'altro in direzione opposta verso il polo sud.
Questo viene anche chiamato "effetto Coriolis". Esempi sono
l'atmosfera sulla Terra e il flusso di plasma del sole.
Perché lo schema appaia in ogni scala, deve
esistere un modo in cui gli organismi possano crescere mantenendo proporzione
tra le loro parti. Esiste un vortice a spirale in natura a questo scopo: si
chiama spirale phi e può essere vista in qualsiasi cosa prenda forma, da
piccole felci a gigantesche galassie.
Unendo il toroide al vettore equilibrio ideato
da Fuller e alle onde phi emerge una chiara evidenza di come un’energia
pulsante crei forme proporzionali in tutte le strutture.
David Thomson e Jim Bourassa hanno fondato il
Quantum AetherDynamics Institute e stanno sviluppando indipendentemente un
modello eterico che integra meccanica quantistica, teoria della relatività e
teoria delle stringhe. Il modello descrive la materia come vortice subatomico,
un tornado nell'etere. Lo chiamano Toroidal (A) Aether Unit (TAU). Quando
combinati in configurazioni sferiche formano il nucleo e i gusci degli
elettroni dell'atomo. La Quantum AetherDynamics
dice che l'etere ha proprietà sia meccaniche che elettromagnetiche. La
proprietà meccanica è quella che dà massa alla materia, è il momento angolare
dell'energia eterica rotante. La massa è semplicemente l'inerzia creata dai
vortici eterici.
Ginzburg asserisce che un oggetto diviene “campo
puro” quando la sua velocità si avvicina a quella della luce. In ogni caso,
risulta piuttosto evidente che ci sono differenti livelli vibratori dell’etere
trovati indipendentemente da scienziati come Mishin, Aspden, Tesla e Keely. In
queste scoperte è sempre più evidente che la materia è un flusso stabile che
emerge dall'etere e si configura in geometrie platoniche.
Negli anni ’60 cercando di mettere ordine nel
mondo delle particelle che possiedono interazioni nucleari forti, come i
protoni e i neutroni, chiamate adroni. Raggruppando infatti queste particelle
in base alle loro caratteristiche e distribuendole su un piano cartesiano con assi
scelti in modo opportuno, emerge un ordine che è manifestazione di simmetrie
profonde della natura. Gell-Mann, ebbe l'idea di classificare gli adroni usando
la loro carica elaborando il modello dell'ottetto dove tutte le particelle e/o
le risonanze appartengono all’ottetto o ai multipletti che si ottengono
combinando tra loro gli ottetti seguendo regole analoghe a quelle con cui si
sommano i momenti angolari. In pratica quando una struttura atomica viene
frantumata emergono brevi piste di particella con una geometria particolare
rilevate in un'analisi a traccia di vapore. Gell-Man fu il primo a scoprire un
modello unificato che mostrasse come tutte queste proprietà geometriche
differenti fossero correlate, e lo chiamò Eightfold Way.
Johnson dice che i “quark” vengono rilasciati
quando il flusso di energia eterica del tetraedro all’interno dell’atomo viene
improvvisamente frantumato. Per un breve istante, i frammenti di energia
frantumata che vengono rilasciati continueranno a fluire con le stesse proprietà
geometriche/rotatorie che avevano quando erano fuse nell’atomo, ma in seguito
si dissolveranno molto velocemente nell’etere.
Secondo il dott. Wolf la struttura fisica delle
particelle deriva dal movimento di onde sferiche. Egli osserva come gli
elettroni siano onde che si estendono all'infinito, mentre gli adroni esistono
in una regione chiusa ad alta densità di onde ad alta frequenza analoghe alle
onde all'interno di un tamburo o una sfera cava. Egli indica il modello di
Gell-Man per accordare le risonanze dello spazio nucleare nella sua teoria
ondulatoria delle particelle. Da ciò emerge una visione sempre più chiara di
come tutte le manifestazioni siano l'espressione di onde geometriche vibranti,
simile ai concetti della teoria delle stringhe.
Quasicrsitalli
Lo studio delle strutture non periodiche nella
cristallografia porta innumerevoli interrogativi e la possibilità di andare
oltre le tre dimensioni conosciute. Nella cristallografia classica un cristallo
è definito come una struttura periodica tridimensionale di atomi, con
periodicità traslazionale lungo i tre assi principali. È quindi possibile
ottenere una struttura cristallina allineando celle elementari fino al
riempimento completo dello spazio. Il cristallo presenta quindi una
distribuzione periodica nello spazio delle particelle che lo costituiscono,
caratterizzata da ordine a lungo raggio sia traslazionale che di orientazione.
Infatti un cristallo può possedere solo certi tipi di simmetria perché vi è un
limite al numero di modi in cui celle elementari identiche possono combinarsi a
formare un solido. La ripetizione periodica traslazionale è compatibile solo
con assi di rotazione di ordini uno, due, tre, quattro e sei ed esclude assi di
ordine cinque o superiori a sei.
Il termine “traslazione” significa ruotare un
oggetto specifico di un preciso numero di gradi, così una “traslazione
ripetuta” significa che l’elemento strutturale di base (atomo o gruppi
molecolari di atomi) che forma un cristallo può essere ruotato allo stesso modo
più e più volte per formare lo schema ripetuto. Il termine tecnico per un
accomodamento così regolare è periodicità, che significa che un cristallo è
fatto di una “qualsiasi unità strutturale di base che si ripete infinitamente
in tutte le direzioni, che riempie tutto lo spazio” al proprio interno. Quando
un fascio di raggi X colpisce un cristallo, questi vengono diffratti in
direzioni specifiche e in base agli angoli e alle intensità si può ottenere
un’immagine con cui è possibile ricostruire la struttura tridimensionale del
cristallo. Il modello di diffrazione prodotto da un cristallo possiede una
simmetria e questa è in relazione alla simmetria del cristallo stesso.
Nel 1984 D. Schechtman pubblicò un articolo in
cui dalla figura di diffrazione elettronica di una lega di alluminio-manganese
ricavò la struttura di un cristallo con simmetria icosaedrica. Questo indicava
che nel campione erano presenti piani reticolari, ma la simmetria quinaria
mostrata non risultò compatibile con nessuna delle strutture periodiche tipiche
dei cristalli e stava quindi a significare che non poteva essere un cristallo
ordinario.
I quasicristalli hanno una simmetria
rotazionale, dove la stessa unità è ripetuta di continuo, ma con una rotazione
angolare. I quasicristalli sono forme strutturate sia ordinate che non
periodiche. Formano schemi che riempiono tutto lo spazio ma mancano di
simmetria traslazionale. Il termine e il concetto sono stati introdotti in
origine per descrivere una disposizione specifica osservata in solidi che
possono essere definiti in uno stato intermedio tra il cristallo e il vetro.
Producendo la diffrazione di Bragg, condividono una proprietà con i cristalli,
ma differiscono da questi perché mancano di una struttura che si ripete.
Nel campo della cristallografia e della fisica
dello stato solido, la scoperta ha prodotto un cambio di paradigma che è una
piccola rivoluzione scientifica. Le proprietà fisiche delle leghe
quasicristalline sono state investigate anche teoricamente mediante la
meccanica quantistica, con particolare interesse ovviamente nei riguardi del
loro comportamento elettrico. Gli studi, condotti risolvendo l’equazione di
Schroedinger applicata agli elettroni presenti nei solidi fruendo di
supercomputer, hanno messo in evidenza che tali elettroni si muovono al loro
interno in un modo più lento di quanto si verifica in un conduttore. Con
l’avvento dei quasicristalli sono apparsi sia il dodecaedro che l’icosaedro,
insieme ad altre inusuali forme geometriche, che in qualche modo completano la
comparsa di tutti e cinque i solidi slatonici nel mondo molecolare.
Uno dei pochi modi per spiegare ciò è un
microcluster. I termini cluster e micro-cluster sono generalmente
utilizzati per descrivere aggregati di atomi che sono troppo grandi per essere
considerati delle molecole, ma troppo piccoli per essere assimilati a porzioni
di cristalli. Infatti, questi aggregati non hanno la struttura tipica della
materia allo stato massivo. I quasi-cristalli non hanno più atomi individuali,
ma piuttosto una struttura che si presenta come se gli atomi si siano fusi
insieme in una unità attraverso l’intero cristallo.
Aspden afferma che i solidi platonici formati nell'etere si comportano come “cristalli fluidi”, cioè che si possono comportare come solidi e come liquidi allo stesso tempo. I vortici nell'etere sono la topologia attraverso cui questi cristalli fluidi funzionano.
L'atomo è semplicemente la disposizione geometrica di questi vortici. Ogni vortice corrisponde a quello che la fisica ufficiale chiama elettrone. Quando i vortici implodenti sono disposti secondo i solidi platonici, i gusci degli elettroni, i loro numeri quantici magnetici e il numero di elettroni nei gusci (2,6,10,14) emergono naturalmente dalle simmetrie di queste forme geometriche. Incastriamo i solidi platonici uno nell'altro per formare frattali e abbiamo un modello di atomo con diversi elettroni. Gli scienziati russi chiamano questi campi elettromagnetici implosivi “campi di torsione”.
Queste scoperte stanno sempre più andando verso
una visione dello spaziotempo come un fluido che si articola in materia. Queste
strutture si sviluppano come osservato da Fuller e il toroide è il flusso di
etere all'interno del quale tali strutture circolano. La gravità quantistica usa i quasicristalli come spiegazione base. Se queste regole sono state osservate a livelli quantistici lo sono anche a livello macroscopico?
Vortici giganti
In fisica i polaritoni sono particelle di luce-materia che derivano
dall’accoppiamento forte tra fotoni ed eccitoni in una cavità di dimensioni
micrometriche con pozzi quantici incorporati. I loro componenti eccitonici
danno luogo a interazioni forti polaritone-polaritone, generando non linearità.
Il polaritone è considerata una quasiparticella, composta da metà luce e metà
materia che si comporta come un condensato di Bose Einstein o superfluido anche
a temperatura ambiente. Un superfluido si comporta come un fluido con viscosità
zero. La viscosità zero è equivalente al moto perpetuo. La viscosità zero è una
caratteristica del campo olografico, ma potenzialmente anche delle onde di
torsione attraverso cui questo campo si organizza. Le onde di torsione hanno
vorticosità simile ad un vortice. Gli scienziati cercano da molto tempo la
superfluidità. Affinché la superfluidità si verifichi a temperatura ambiente,
devono essere presenti polaritoni, quindi la configurazione sperimentale è più
complessa. Tali fluidi composti da queste quasiparticelle, sono governati da
strane regole della meccanica quantistica e hanno una restrizione particolare:
un vortice in un fluido quantistico può ruotare solo per unità di numero
intero, cioè può fare solo un numero intero di giri! Gli scienziati hanno
cercato di creare grandi vortici in tali mezzi, che consentirebbero, ad
esempio, di studiare la rotazione dei buchi neri. I grandi vortici non erano stabili, fino ad
ora. Gli scienziati dell'Università di Cambridge hanno scoperto un meccanismo
teorico attraverso il quale grandi vortici quantistici possono formarsi e
rimanere stabili. Secondo la teoria, modellare la luce liquida come un anello
provoca un flusso costante verso l'interno sufficiente a concentrare qualsiasi
rotazione in un singolo vortice gigante. Questo è notevole, poiché stiamo
parlando di fenomeni di dimensione macroscopica che mostrano proprietà
quantistiche!
Stiamo andando verso una nuova visione della realtà e delle regole fondamentali. La tecnologia derivante potrebbe rivoluzionare il mondo......
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