Come riferito dall’Agenzia di Stampa
RIA Novosti, un team di Geologi danesi e svizzeri hanno suggerito che le
onde (onde compressionali) del nucleo interno della Terra, influenzano i poli
magnetici cambiando le loro posizioni.
E ‘interessante il fatto che,
una volta ogni 450 000-1.000.000 anni, i poli nord e sud della Terra cambiano
posizione, invertendosi l’uno con l’altro. La prova di questa teoria è stato
trovata nella struttura dei vulcani di argilla e rocce di pietra.
Secondo la fisica della
compressione di carica le onde sinusoidali ruotano fino a diventare ciambelle e
costituiscono il vortice toroidale della fisica odierna.
A seconda di come queste
ciambelle o tunnel gravitazionali di vortici a tornado vengono inclinati negli
angoli di solidi platonici si ottengono gli elementi della tabella atomica.
Nella fisica dei toroidi la
formazione rotazionale del tetraedro all'interno della sfera crea le simmetrie
a 7 spin che a seconda della loro inclinazione sono i 7 colori dell'arcobaleno.
Quindi le 7 inclinazioni del
tetraedro nel fotone provocano i 7 colori.
Nella vibrazione dei solidi
platonici si è visto come ogni vibrazione sia una variazione nella forma dei
solidi platonici.
Nell'introduzione alla fisica
iperdimensionale si vede come siano stati rilevati i tetraedri all'interno di
tutti i pianeti del sistema solare e che i loro vertici corrispondano a zone vulcaniche
molto potenti.
L'aumento di energia causato
dallo spostamento del Sistema Solare sta quindi ovviamente aumentando la
compressione d'onda che entra nel sistema solare e di conseguenza l'accelerazione
gravitazionale ma con essa anche la rotazione dei tetraedri del fotone.
In egual misura questo
aumento di energia eterica si riversa nei nuclei planetari arrivando
direttamente dal Sole che vibra più velocemente ed irradia nuove sequenze
geometriche.
Il tetraedro della Terra
ovviamente per adeguarsi all'aumento di tale energia assumerà una posizione con
un’inclinazione diversa, proprio come un prisma viene ruotato per cambiare
frequenza alle onde.
Così nella sua rotazione
assume un’inclinazione nuova di ricezione di energia eterica, ed un’intensità
di campo differente.
Questo aiuta a comprendere il
perché dei grossi terremoti, che negli ultimi anni hanno fatto registrare un
considerevole spostamento dell'asse.
Molti autori riportano come a
causa del terremoto e del conseguente maremoto (tsunami) che si sono verificati
il 26 dicembre 2004 nel sud-est asiatico la Terra abbia subito sicuramente
cambiamenti di direzione e di velocità di rotazione,
così come sempre succede
quando si hanno eventi di deformazione in porzioni consistenti della massa
terrestre (quali sono appunto i terremoti).
Di ciò si sono occupati
recentemente due ricercatori americani (B.R. Chao della NASA e R.S. Gross del
Caltech) in un articolo apparso nel numero di gennaio 2005 (vol.86, n.1,
pag.1-2) della rivista “EOS Transactions” dell’American Geophysical Union.
Queste variazioni vanno
aggiunte a quelle che la Terra mostra normalmente. Si tratta di traiettorie
caratteristiche descritte con varie periodicità dall’asse di rotazione
terrestre, dette precessioni e mutazioni, e da variazioni di velocità di
rotazione della Terra intorno al proprio asse, dette LOD (Length Of the Day)
perché
provocano un cambiamento
nella durata del giorno. Secondo i due ricercatori americani, il
terremoto-tsunami di Sumatra avrebbe provocato una diminuzione della lunghezza
del giorno pari a 2.68 milionesimi di secondo ed uno spostamento dell’asse di
rotazione terrestre di circa 2.5 centimetri, in direzione 145°E,
corrispondente ad un’inclinazione
di alcune frazioni di milionesimo di grado.
Il terremoto del Cile del
2010, per esempio, ha provocato uno spostamento dell'asse terrestre di 8 cm che
si è tradotto in un accorciamento della giornata di circa 1.26 microsecondi,
che diventeranno un minuto intero solo fra 130.500 mila anni. Il
cambiamento infatti è
permanente, e si accumula diventando via via maggiore, ma con effetti che, come
si vede, nella scala delle misure comuni hanno un impatto infinitesimo.
Il National Geophysical Data
Center del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) raccoglie,
dal 1590, le coordinate annuali del polo nord magnetico, derivanti dalle prime
misurazioni ottenute dalle navi fino ad arrivare alle più
moderne tecniche di
rilevamento. Se tracciamo lo spostamento che esso ha subito negli ultimi 420
anni qualcosa di anomalo balza tuttavia all'occhio. Dal 1860, lo spostamento
dei poli magnetici è più che raddoppiato ogni 50 anni. Altro fatto
eloquente è che nel corso
degli ultimi 150 anni, lo spostamento dei poli è stato nella stessa direzione.
Nel corso degli ultimi 10
anni, il polo nord magnetico si è spostato quasi la metà della distanza totale
degli ultimi 50 anni!!! In altre parole, lo spostamento del polo magnetico ha evidentemente
subito una accelerazione notevole. Secondo gli
ultimi dati l’attuale
velocità di spostamento del polo nord magnetico è di circa 55 chilometri all’anno,
mentre negli ultimi 10-20 anni il tasso di spostamento è stato da record tant'è
che i primi problemi sono tangibili anche nella vita reale. Basti
pensare che alcuni aeroporti
americani hanno dovuto modificare la numerazione delle piste, stante una
differente orientazione magnetica. Stando alla direzione attuale, il polo nord
magnetico si sta dirigendo direttamente verso la Russia. Ancora non si sa, il tempo
probabilmente ci darà una risposta, ma al ritmo attuale, senza dubbio vi
saranno effetti visibili in diversi sistemi (naturali ed artificiali).
Neanche a dirlo questa
accelerazione avviene proprio nel periodo in cui il professor Dmtriev ha
registrato un aumento di densità nel Sistema Solare, tuttavia la fisica dei
toroidi ne dà un’ampia soluzione come una rotazione del tetraedro interno al
pianeta in una forma di
vibrazione più veloce. Di conseguenza sarebbero i terremoti ad essere causati
dallo spostamento e non il contrario. Attualmente la cartografia globale del
campo magnetico terrestre mostra un forte minimo dell’intensità del campo in un’area,
della grandezza di diversi milioni di chilometri quadrati
che si estende dall’America
meridionale verso est a interessare una vasta regione di Oceano Atlantico meridionale.
È la cosiddetta anomalia magnetica del sud Atlantico, una regione di considerevole
attenuazione del campo magnetico terrestre rispetto al valore che si ha
altrove normalmente a quelle latitudini.
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